Sanità

Sanità, entro 18 mesi un decreto legge su terapie e medicina digitali

“La digitalizzazione delle cure è sinonimo di una sanità che sa venire incontro ai cittadini. Investire in sanità digitale significa anche dare concretezza al concetto di multidisciplinarità e favorire il rapporto fra ospedali e territorio. Adesso è prioritario alzare il passo”. Lo ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in apertura della presentazione del neonato Intergruppo Parlamentare Sanità Digitale e Terapie Digitali, presso l’auditorium Cosimo Piccinno del Ministero della Salute. L’Intergruppo nasce per colmare un “vulnus legislativo“, come lo ha definito la deputata Simona Loizzo (Lega), presidente dell’Intergruppo, in tema di Sanità e terapie digitali, che allontana l’Italia da altri Paesi, come gli Stati Uniti, il Giappone, la Germania, la Francia o il Regno Unito.

“In questo settore- ha ribadito Loizzo- c’è bisogno di una norma e, oggi più che mai, il Sistema sanitario nazionale, anche alla luce dei fondi del Pnrr, deve fare un salto di qualità per essere più vicino ai cittadini. Ci poniamo come obiettivo di legiferare in 18 mesi e dar vita a un decreto legge per inserire le terapie digitali all’interno di un campione omogeneo di terapie che vanno codificate all’interno di linee guida e che devono essere fruibili e non a pagamento”.

Oggi sono diversi gli ambiti in cui è possibile usufruire della medicina digitale, a partire dalla cartella informatizzata e condivisa fino alla prenotazione delle prestazioni e al monitoraggio delle condizioni del paziente. Sono poi tantissimi i pazienti che potrebbero usufruire delle terapie digitali: negli Usa, ad esempio, esistono “programmi per la cura della dipendenza da oppiacei, come la terapia ‘reset zero’ o per le malattie depressive- ha spiegato Loizzo- Ma pensiamo anche alle app che gestiscono malattie metaboliche, il diabete, l’ipertensione o i processi di riabilitazione cardiovascolare post ictus o di riabilitazione delle lombosciatalgie”.

Ma c’è anche un’altra categoria di pazienti che trarrebbe molto beneficio dalla digitalizzazione della medicina: si tratta di “pazienti che vivono nelle periferie delle grandi città o dell’Italia, che potrebbero essere avvicinati alle terapie innovative che oggi si possono intraprendere e che spesso in periferia non è possibile attuare”, ha fatto notare Sebastiano Filetti, direttore della School of Health dall’Università Unitelma Sapienza di Roma. “È uno dei grandi meriti della salute digitale, che consente al territorio di poter espletare tutti i processi diagnostici e terapeutici senza dover ricorrere all’ospedalizzazione”, ha sottolineato il professore.

L’Intergruppo vuole quindi “promuovere un dibattito su sanità digitale e terapia digitale come opportunità di crescita del Sistema sanitario, ma anche coinvolgere maggiormente i cittadini intorno a un nuovo strumento, che può anche superare le fragilità derivate dell’abbandono della medicina di prossimità”, ha detto Federico Serra, capo della Segreteria tecnica dell’Intergruppo. “L’Intergruppo è uno spazio di dialogo fra parlamentari ma anche fra esperti che vuole portare vicino alle Istituzioni una problematica che è stata per troppo tempo latitante, mentre in altri Paesi europei si è più avanti. Speriamo che sia una nuova frontiera, dal punto di vista culturale, tecnologico e politico”, ha concluso.

 fonte Agenzia DIRE  www.dire.it