Carceri, Lazio quarta regione italiana per numero di detenuti
Il Lazio è la quarta regione italiana per numero di detenuti (preceduta da Lombardia, Campania e Sicilia). A fine 2022 le persone detenute nei 14 istituti penitenziari per adulti della regione erano 5.933. La capienza regolamentare complessiva degli istituti penitenziari della regione era di 5.217 posti, con un tasso di affollamento conseguente pari al 114 per cento, leggermente superiore alla media nazionale del 109 per cento. E’ quanto evidenziato nel corso della presentazione della relazione annuale del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasìa, sull’attività svolta negli anni 2021 e 2022. Se si considera il numero di posti effettivamente disponibili sulla base di quanto rilevabile dalle schede di trasparenza sui singoli istituti del ministero della Giustizia, che – a fine 2022 – erano 4.745, il tasso di affollamento raggiunge il 125 per cento, con punte che superano il 150 per cento a Latina, Civitavecchia e Regina Coeli.
Il 15 per cento delle persone detenute nel Lazio è in attesa di primo giudizio; un altro 15 per cento con una condanna non definitiva. Il restante 70 per cento ha una condanna definitiva. Sono dunque 4.149 le persone con pena definitiva, e a poco più della metà di loro (il 50,1 per cento) è stata comminata una condanna di durata inferiore ai cinque anni. Si tratta di una percentuale più alta rispetto a quanto si verifica nell’intera Italia (41,8 per cento). Insomma, nella popolazione carceraria del Lazio è più alta l’incidenza di persone condannate per reati meno gravi, rispetto a quanto avviene nel resto del Paese.
“Rifiutare il sovraffollamento come condizione naturale dell’esecuzione della pena detentiva – ha dichiarato Anastasìa nel corso della sua esposizione – obbliga a scegliere tra il carcere della extrema ratio, conforme alla Costituzione e riservato agli autori di gravi reati, e l’ospizio dei poveri a cui le nostre carceri sono in gran parte costrette, resistendo alla tentazione del carcere per ogni cosa e scommettendo sulle sanzioni sostitutive e sulle misure di comunità per i reati minori”.