Sin del Sacco, Coldiretti chiede atto definitivo per liberare i terreni
“Siamo contenti dell’interessamento della politica alle problematiche legate alla Valle del Sacco e auspichiamo si trovi al più presto una soluzione che da 18 anni affligge le nostre aziende e penalizza il settore agroalimentare”. Così il presidente di Coldiretti Frosinone, Vinicio Savone, che proprio nelle scorse settimane è stato audito dalla Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati sulle criticità ambientali nel sito di interesse nazionale (Sin) Bacino del fiume Sacco.
“Si tratta di una delle aree più produttive di Frosinone – prosegue Savone – con la presenza cerealicola e di allevamenti zootecnici. Non solo, in quella zona sono presenti anche strutture agrituristiche e si producono prodotti di eccellenza della nostra regione come la mozzarella e il latte fresco. A settembre organizzeremo un incontro per discutere delle problematiche con le istituzioni locali e il mondo politico”.
Prodotti che vengono costantemente sottoposti ad esami, ad esempio con l’analisi dei campioni di latte che avviene ogni mese da parte della Asl e degli organi di controllo competenti. Stessa cosa che accade anche per le aziende agricole attraverso il loro monitoraggio e quello dei terreni con analisi specifiche dalle quali emerge che i paramenti sono nella norma. “Quello che noi continuiamo a chiedere – conclude Savone – e che ho ribadito anche in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati, è il superamento di due delibere emesse dall’ufficio commissariale, nominato dal Ministero, che interdivano alle coltivazioni i terreni lungo le sponde del fiume Sacco a 100 metri di distanza sia a destra che a sinistra del bacino, dal momento che questi vincoli impediscono agli agricoltori di lavorare con programmazione. Servirebbe, inoltre, uno snellimento dell’iter burocratico per le aziende agricole che si trovano all’interno del Sin.
Una perimetrazione che doveva essere provvisoria e cautelativa a causa dell’emergenza, ma che a distanza di 18 anni è ancora in vigore.
“Bisogna lavorare anche per riscattare l’immagine delle aziende – spiega il direttore di Coldiretti Frosinone, Carlo Picchi – che ancora vengono discriminate insieme ai loro prodotti e avviare un processo di valorizzazione e di comunicazione. Quello che chiediamo, dunque, è un atto risolutivo, affinché si dia un’etichetta diversa a quest’area e si svincolino dai limiti i terreni agricoli a ridosso del bacino di fiume Sacco, che sono stati sottoposti da 18 anni a controlli e sono risultati esenti da qualsiasi contaminazione”.