La sanità del futuro che due membri del Cda del Consorzio Industriale hanno tentato di bloccare
Parlano di sviluppo dell’economia, del rilancio della provincia di Frosinone, della creazione dell’occupazione, della necessità di avere più posti letto nella sanità. Poi, però, al momento delle decisioni fanno prevalere gli interessi di bottega di consorterie varie, oppure quelli dei partiti politici ai quali sono legati. Un modus operandi che le associazioni di categoria hanno sempre criticato. Eppure c’è qualcuno che predica bene e razzola male.
La fabbrica delle brutte decisioni
Veti trasversali, faide interne, difesa di poltrone e strapuntini, stanno trasformando il Consorzio industriale del Lazio non nella ‘Fabbrica del bello’ tanto declamata da Francesco De Angelis, quanto piuttosto nella fabbrica delle brutte decisioni.
E’ notorio, ormai, che il presidente sia egli stesso vittima di intrighi di corte che puntano a destabilizzarlo. E prima o poi la sua testa rotolerà sotto la ghigliottina, anche a causa dei tanti falsi amici, quegli stessi che relativamente al ‘Ruberti Gate’ gli voltarono le spalle e lo infangarono oltre modo.
Un caso sul quale accendere i riflettori
L’ultimo caso che ha fatto emergere divisioni e spaccature piuttosto insanabili, è quello legato alla decisione di concedere il via libera alla realizzazione di una struttura sanitaria nell’area a servizi specificatamente dedicata dal piano ASI a servizi sanitari. La società che ha presentato il progetto, dopo aver acquistato l’area specifica a servizi “anche sanitari” all’interno della quale doveva nascere anni fa un centro intermodale pubblico mai decollato, sempre a causa di interessi personali del potente di turno e di una classe politica schiava di chi la finanzia, ha subito una serie di stop basati sul nulla. Tanto che ha atteso oltre un anno, presentando persino una serie di esposti, per ottenere l’assegnazione delle aree. Stop che hanno ritardato di oltre un anno la realizzazione di un progetto innovativo di eccellenza sanitaria tanto prezioso per la provincia di Frosinone. Un progetto che prevede tra l’altro la riqualificazione dell’area a servizi della città Frosinone area che da anni è stata preda di scellerati veti di alcuni potenti industriali.
Il via libera è arrivato proprio in questi giorni. A dire sì sono stati in tre: il presidente del consorzio industriale Francesco De Angelis e i consiglieri Cosimo Perduto e Giovanni Gentile. Il no è arrivato dal vicepresidente Salvatore Forte e da Maurizio Tarquini, quest’ultimo, tra l’altro, esponente di Unindustria; un’associazione di categoria che da statuto difende gli interessi anche delle aziende di servizi che ha sempre criticato Provincia di Frosinone e Regione Lazio per il tardivo rilascio delle autorizzazioni ambientali.
Denuncia della burocrazia a corrente alternata
Ed allora sarebbe il caso che tutti coloro che impediscono la realizzazione di progetti finalizzati a creare occupazione e sviluppo di un certo tipo (e non quelli che provocano inquinamento della Valle del Sacco) rassegnino le dimissioni, oppure evitino di puntare l’indice contro la Regione Lazio o la Provincia di Frosinone per il il rilascio delle autorizzazioni ambientali. Non sarebbero credibili.