La Ciociaria spera nella Zls: in Regione primo tavolo tecnico. Ma bisognerà correggere tutti gli errori di Zingaretti
E adesso bisogna correre ai ripari per evitare che la provincia di Frosinone resti tagliata fuori da ogni provvedimento utile a favorirne lo sviluppo economico. La vicenda è nota: esclusi dalla Zes (Zona economica speciale), si sta ora tentando in tutti i modi di inserire il territorio nella Zls (Zona logistica semplificata: al pari delle Zes, sono delle aree geografiche di dimensioni limitate all’interno delle quali sono previsti particolari agevolazioni e incentivi per le aziende insediate o che decidono di insediarsi).
In merito, la vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli alcuni giorni fa ha annunciato di aver intessuto stretti contatti direttamente con Raffaele Fitto, ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e, soprattutto, per il Pnrr, e gli staff tecnici del dicastero. L’obiettivo è di definire una proposta di Zls utile allo sviluppo e alla competitività, da concertare con i territori e il sistema economico ed imprenditoriale regionale.
Un’operazione che potrebbe essere resa possibile dalla circostanza che, sulla base della legge che ha istituito le due tipologie di “zone”, la Zls può nascere anche nel Lazio, territorio considerato più sviluppato (soprattutto per la presenza di Roma e del suo hinterland) rispetto a quelli che hanno già beneficiato delle Zes. Già in settimana, quindi, sempre come annunciato dalla vicepresidente Angelilli, presso la Regione Lazio si insedierà ed inizierà a lavorare il tavolo tecnico finalizzato a definire una Zls “appetibile” da poi sottoporre al Governo Meloni per la sua approvazione.
Certo, ci sarà da lavorare molto, anche perché la precedente Zls sottoposta dall’ex Governatore del Lazio Nicola Zingaretti al Governo Draghi fu sonoramente bocciata in quanto prevedeva una perimetrazione territoriale quanto meno bizzarra: si partiva infatti da Civitavecchia (un importante porto commerciale è indispensabile dentro una Zls) per arrivare, seguendo la costa, a Sabaudia. Qui, come ci è stato spiegato, il confine della Zls si spostava verso l’interno per abbracciare tutto il Lazio del Sud, litorale e territori a ridosso dell’Abruzzo compresi, ma facendo anche un doppio salto mortale all’indietro per andare ad inglobare anche l’area industriale di Anagni e poi tornare giù.
Insomma, si dice che i tecnici del Governo Draghi siano sobbalzati sulle sedie a vedere le cartine e i documenti allegati (anch’essi con una serie di argomentazioni e dati ritenuti improponibili). Ora si dovrà gettare tutto nel cestino e ricominciare daccapo per creare una Zls approvabile da parte del Ministero. Le premesse e la volontà stavolta sembrano esserci tutte: l’auspicio è che non si perda anche questo treno, che è davvero l’ultima scialuppa di salvataggio per un territorio agonizzante e per le sue imprese che dall’inserimento in una Zls potrebbero trarre ossigeno vitale per la loro sopravvivenza e il loro sviluppo.