* PRIMO PIANODall'Italia

Il sistema bancario tra concentrazioni, riforme e banche di territorio, convegno Aidea al Senato

“Il sistema bancario tra concentrazioni, riforme e banche di territorio: è questo il titolo del convegno che si è tenuto nei giorni scorsi al Senato della Repubblica, nella Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva, organizzato da AIDEA, Accademia Italiana di Economia Aziendale.

Il sistema bancario italiano negli ultimi anni ha subito profonde trasformazioni, che hanno inciso in maniera significativa sul rapporto tra banche, imprese e territorio.

Tra i principali fenomeni si segnalano una crescente concentrazione del settore determinata da operazioni di fusioni e acquisizioni, un continuo ridimensionamento degli sportelli bancari ma anche la riforma che ha interessato alcuni comparti come quello delle Banche popolari e del credito cooperativo. In questo scenario si possono descrivere diversi approcci al mercato: da un lato si rileva la volontà di ottenere economie di scala e di scopo soprattutto da parte delle imprese di grandi dimensioni, dall’altro si configurano le banche di territorio, che invece attribuiscono un maggiore ruolo alle relazioni con le famiglie e le imprese.

Il seminario di studi è stata l’occasione per riflettere sulle esperienze più virtuose di simbiosi e di coesione, ovvero di come garantire una co-presenza territoriale tra i grandi e medi istituti bancari con le banche del territorio, al fine di creare valore condiviso per tutti gli stakeholder.

Nel corso dei lavori sono stati presentati i risultati del position paper dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale (AIDEA) dal titolo “Il credito cooperativo: modello di business, governance e sostenibilità”, che si è proposto di indagare innanzitutto la sostenibilità del credito cooperativo e quindi di come rafforzare, in chiave virtuosa, l’identità e la missione delle banche di comunità a vocazione mutualistica e locale.

All’evento hanno partecipato il Prof. Michele Pizzo, Presidente di AIDEA; il Prof. Umberto Filotto, Università di Roma Tor Vergata, Presidente ADEIMF con un intervento dal titolo “Identità, competitività e biodiversità del sistema bancario”; “La sostenibilità del modello di business delle banche di territorio” è stato il tema dell’intervento del Prof. Michele Modina, Consigliere di Amministrazione della BPC e docente dell’Università degli Studi del Molise; la Prof.ssa Elena Beccalli, Università Cattolica del Sacro Cuore, con una relazione dedicata al tema “Biodiversità, credito di relazione e prossimità nella transizione digitale”; è intervenuto anche il Prof. Vincenzo Formisano, docente dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale e Presidente della Banca Popolare del Cassinate, con una relazione sul tema: “Le banche di territorio: da less significant a local significant”.

A seguire, una tavola rotonda alla quale hanno partecipato il Dott. Gianfranco Torriero, Vice Direttore Vicario ABI; il Dott. Augusto dell’Erba, Presidente di Federcasse; il Sen. Mario Turco, Componente Commissione Finanze e tesoro, Senato della Repubblica, Prof. Economia Aziendale dell’Università di Bari; il Sen. Filippo Melchiorre, Vicepresidente Commissione Finanze e tesoro, Senato della Repubblica. A coordinare i lavori il Segretario Generale AIDEA Prof. Gennaro Iasevoli.

«Il convegno che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma – dichiara il Presidente Formisano – è stato per me l’occasione di trattare un tema a me molto caro per il duplice ruolo che ricopro, ovvero quello di studioso accademico presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale e quello di presidente di una banca locale: una condizione che mi fa sentire ancora di più la responsabilità dell’approfondimento di questo tema così delicato e così attuale. La questione relativa alla dimensione delle banche torna ciclicamente, in particolare nelle fasi di crisi economica. C’è chi sostiene che solo le grandi banche possono raggiungere adeguati livelli di sostenibilità e chi, invece, difende le piccole banche. Il punto, però, è che non è la dimensione delle banche la questione più importante. Il punto decisivo è capire, in maniera realistica, quali sono i punti di forza e i punti di debolezza di una piccola banca.

Tra i punti di forza possiamo certamente annoverare la prossimità relazionale, la fiducia reciproca tra banca e clientela, la capacità di raccolta del risparmio, l’agilità decisionale, la capacità di reazione alle mutevoli circostanze esterne, il coinvolgimento di tutte le componenti della struttura nell’individuazione degli obiettivi e nella condivisione di valori, la flessibilità organizzativa e molto altro. Ma le piccole banche per poter essere competitive e dare servizi al passo con i tempi, devono fare rete e creare network: da sole, infatti, non potrebbero essere sufficientemente innovative, non potrebbero applicare politiche di pricing adeguate, non potrebbero essere efficienti ed efficaci. Tutto questo, naturalmente, non può prescindere dalla stabilità del sistema, dal controllo dei rischi e dalla creazione di valore, da una dimensione etica nella conduzione di ogni azione aziendale.

La banca è un’impresa a tutti gli effetti, ma ha una particolarità: si occupa di tutela del risparmio e il risparmio è un valore costituzionale. Il sistema ha bisogno sia delle banche di grandi dimensioni che delle banche di piccole dimensioni: bisogna passare da una valutazione di tipo quantitativo ad una valutazione di tipo qualitativo. Dobbiamo passare del profitto alla creazione di valore condiviso: non solo remunerazione dei soci, ma anche creazione di valore sul territorio. E’ un tema importantissimo, che approfondisco come studioso e che vivo ogni giorno come presidente di banca e il confronto con tanti autorevoli studiosi che si sono seduti al tavolo di lavoro del convegno AIDEA è stato particolarmente arricchente e stimolante per proseguire nel cammino che abbiamo iniziato».