Una donna alla guida di Forza Italia in provincia di Frosinone
Non so quante siano le segretarie provinciali di Forza Italia ne’, in generale, le dirigenti del partito. La sensazione, può darsi errata, è che siano poche. Da questo fine settimana il partito azzurro della provincia di Frosinone ha una coordinatrice ed è l’unica donna a governare una forza politica in questo territorio. Vero è che Rossella Chiusaroli non è nuova dell’incarico, perché ha fatto parte negli ultimi anni della triplice che era stata posta alla guida, commissariata, di Forza Italia, ma che la scelta ricadesse su di lei, non sul sindaco di Anagni Daniele Natalia o sull’assessore alle Finanze di Frosinone, Adriano Piacentini, oppure su qualcun altro, non era affatto scontato.
UNA GRANDE RESPONSABILITA’
Il fatto è che il nuovo coordinatore di Forza Italia, eletto in sede congressuale, a Frosinone come nelle altre province dove si stanno svolgendo i congressi, segna da un certo punto di vista una svolta nel partito: il dopo Berlusconi, la trasformazione da partito personale del presidente a organismo plurale, se si vuole da “partito di plastica” come veniva definito i primi tempi proprio a sottolineare la monarchia assoluta del leader, a partito tradizionale. Una trasformazione non ancora completa, probabilmente, ma certamente intrapresa. Forza Italia è per la prima volta dalla sua nascita una forza politica “scalabile”, dove la leadership non è inattaccabile per natura. Tensioni e correnti cominciano ad affacciarsi e presto saranno bene individuabili. Responsabilità circa le scelte che possono determinare successo o sconfitta iniziano ad avere veri connotati e non solo quelli mediati, qualsiasi, dell’unto dal Signore onniscente e onnipotente, di conseguenza, per proprietà transitiva, esente da critiche e persino da critiche in pubblico (quelle nelle segrete stanze ci sono sempre state).
Per la Chiusaroli, così come per Tajani e gli altri dirigenti della fase post-Cav, del resto, la storia è diversa: il partito ora gode di una piccola ripresa, se non dovesse confermarsi, com’è normale, sarà immediato attribuire loro delle responsabilità. Le elezioni comunali, e le Europee, sono alle porte, il primo esame sarà immediato.
IL BRUTTO DI VIZIO DI DECENTRARE IL POTERE NON ANCORA ACQUISITO
In principio fu Alessandro Foglietta. All’apice della sua carriera il già consigliere regionale e poi europarlamentare di Forza Italia, accompagnava anche il ruolo di coordinatore provinciale di Alleanza Nazionale. Iniziò a organizzare le feste provinciali del partito nel suo paese, a Supino e la cosa (non certo solo questa, per carità) non gli portò benissimo. Non certo per colpa del paese, ovviamente. La rappresentanza provinciale, infatti, si deve in primo luogo sedimentare nel luogo deputato: nel capoluogo di Provincia. E’ una questioni di simboli com’è evidente ma non solo. E’ che se si vuole essere considerato un leader provinciale oltre ad esserlo sulla carta, si deve vincere la scommessa dell’organizzazione fuori dalla comfort-zone di casa propria. Di esempi ce ne sono stati altri, per altre forze politiche ed altri leader. Il pericolo che anche la Chiusaroli sta correndo, con il primo congresso di Forza Italia che abbia almeno un po’ i canoni della verità a casa sua, cioè a Cassino anziché a Frosinone, potrebbe essere lo stesso: che la cassinate resti, in qualche modo, nel sentire di tutti, la leader del Cassinate e non della provincia. Il congresso dovevano celebrarlo a Frosinone, non per rispetto del capoluogo. Dovevano farlo perché la dirigenza provinciale deve risiedere nel capoluogo ed è bene che nel capoluogo nasca. Una volta ben avviato il lavoro magari ci si può anche permettere di decentrare, anzi, è cosa buona farlo.