Frosinone, terrore al pronto soccorso dello ‘Spaziani’: infermiera aggredita
Ancora un episodio di violenza all’interno del Pronto Soccorso dell’ospedale Spaziani di Frosinone, nei confronti di un’infermiera che stava operando durante le ore notturne.
Ancora una volta, a creare il terrore, è stato un paziente psichiatrico. I fatti: durante il turno di notte, alle ore 3.30 circa, l’uomo, dopo varie minacce a tutto il personale sanitario, ha obbligato l’infermiera a non muoversi afferrandole il braccio dopo aver scaraventato fuori dalla stanza il suo collega che non voleva lasciarla sola.
Successivamente ha chiuso la porta talmente forte che è rimasta incastrata non dandole possibilità alcuna di scappare. I colleghi fortunatamente in breve tempo sono riusciti a scardinare la serratura della porta facendo uscire la donne che si è rifugiata nel bagno del personale fino all’arrivo dei carabinieri che, con l’aiuto del personale sanitario, hanno fermato il paziente e con i medici hanno convalidato il TSO trasferendolo nel reparto SPDC del nosocomio di Cassino. Sono state ore di terrore per tutti gli operatori sanitari che ancora una volta sono riusciti ad evitare una tragedia.
A denunciare l’ennesimo spiacevole accadimento occorso agli operatori sanitari, è la UIL FPL che, come denunciato in passato, torna a chiedere maggiori misure di sicurezza per gli operatori sanitari che si occupano dell’emergenza: “Continua la lunga scia di episodi di violenza – spiega il Segretario Generale Maurizio Palombi – e ancora non si è riusciti a trovare una strategia per garantire la sicurezza ai lavoratori. Riteniamo indispensabile che almeno una guardia giurata sia presente nelle strutture sanitarie”. Questo però, come spiega la UIL FPL di Frosinone, non basta: “E’ necessario – sottolinea ancora Palombi – che venga riaperto il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’ospedale di Frosinone. Purtroppo, a creare i maggiori problemi, sono proprio gli utenti dell’SPDC che vengono spediti al Pronto Soccorso dove mancano le condizioni di sicurezza minime per garantire l’incolumità degli operatori i quali, tra l’altro, sono sottoposti ad un carico di lavoro superiore”.