Frosinone, ex discarica ‘Le Lame’: l’affondo di Legambiente
“Facciamo seguito al comunicato congiunto delle associazioni che fa il punto della situazione in merito all’attuazione dell’accordo di programma per la bonifica del Sito di Interesse Nazionale (SIN) della Valle del Sacco riscontrando con sconcerto e preoccupazione la risposta del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) all’interrogazione dell’on. Ilaria Fontana sullo stesso tema, focalizzando l’attenzione sugli interventi per la caratterizzazione del sito dell’ex discarica di Via Le Lame ai fini della bonifica”. Lo evidenzia Stefano Ceccarelli, presidente del circolo il Cigno di Legambiente
“Molto faticosamente, dopo l’approvazione del Piano di caratterizzazione del sito avvenuta nell’agosto 2022 in attuazione dell’Accordo di Programma del 2019 fra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Lazio, si era giunti nell’ottobre scorso all’affidamento dell’incarico per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e caratterizzazione ambientale, ovvero dell’insieme delle attività che permettono di ricostruire i fenomeni di contaminazione delle matrici ambientali e ottenere le informazioni necessarie ai fini della bonifica del sito. Dopo oltre sei mesi da quell’importante passaggio, solo in virtù di una interrogazione parlamentare, veniamo a sapere che la Provincia di Frosinone, che pure aveva preso parte alla Conferenza di Servizi propedeutica all’approvazione del piano di caratterizzazione senza formulare osservazioni, ritiene oggi di non poter certificare “l’adeguatezza e l’efficacia” degli interventi già effettuati di messa in sicurezza d’emergenza“.
“La scarna paginetta con cui il MASE risponde frettolosamente all’interrogante, lungi dal fornire un’informativa puntuale sullo stato di avanzamento della pratica negli ultimi sei mesi, non solo non chiarisce alcunché, ma di fatto fa scaturire la chiara percezione del rischio che l’iter degli interventi che dovranno condurre alla tanto agognata bonifica si possa nuovamente incagliare e che i fondi già stanziati vadano perduti. Tutto ciò è intollerabile: l’indubbia complessità tecnica e procedurale degli interventi di bonifica dell’ecomostro di Via Le Lame non può e non deve tradursi in una manfrina senza fine fra gli enti preposti all’attuazione dell’Accordo di Programma. Il popolo inquinato di Frosinone ha il sacrosanto diritto di sapere chi e che cosa ostacola la messa a terra degli interventi“.
“In una vicenda così delicata e tormentata, emblematica della pluridecennale aggressione all’ambiente nella Valle del Sacco e della cronica incapacità della politica locale di chiudere in maniera virtuosa il ciclo dei rifiuti, è indispensabile assicurare la massima trasparenza e l’accesso tempestivo e senza limitazioni ai documenti amministrativi. È semplicemente inaccettabile che le relazioni semestrali della Regione Lazio e i verbali delle riunioni del Comitato di indirizzo e controllo del SIN, ovvero i documenti in grado di chiarire cosa si nasconda dietro la sibillina risposta all’interrogazione, non siano di dominio pubblico.
“Invitiamo il Comune di Frosinone a farsi portavoce dell’indignazione della cittadinanza per le insistite lungaggini procedimentali nei confronti del Ministero, della Provincia e della Regione Lazio, quest’ultima in qualità di soggetto attuatore degli interventi. È essenziale in questa delicata fase che ogni soggetto coinvolto faccia fino in fondo la propria parte per agevolare il percorso, assumendosi se del caso anche qualche rischio. Per parte nostra, continueremo a vigilare affinché non sia consentito che vengano messe in atto tattiche dilatorie o ostruzionismi burocratici diretti ad allontanare la prospettiva di una messa in sicurezza permanente del sito”.