Consorzio del “nonSviluppo” industriale nei guai per i ritardi nel rilascio dei nulla osta: arrivano le prime diffide e azioni legali
Tanto tuonò che alla fine piovve. Era del resto inevitabile e prevedibile che, visti gli enormi ritardi con cui si muove la macchina burocratica del Consorzio Industriale del Lazio, le aziende danneggiate da tali tempi biblici mettessero mano alla carta bollata. E’ infatti di pochi giorni fa, ma non è l’unica, la notizia di una società che, stanca di dover aspettare le lungaggini formali protrattesi ben oltre il lecito per avere risposte – positive o negative – in merito a legittime richieste e autorizzazioni, si è rivolta al proprio avvocato ed ha diffidato il Consorzio.
L’oggetto della lettera legale, articolata e documentata, è esplicito e parla di “diffida al rilascio urgente di nulla osta…”. Una decisione alla quale l’azienda in questione (che per ovvi motivi di riservatezza non citiamo) è giunta dopo anni di attese, di solleciti, di assegnazioni di aree arrivate a passo di lumaca e di tanti altri lacci e lacciuoli tipici dell’italico mostro burocratico che nel caso del Consorzio Industriale del Lazio raggiunge punte inimmaginabili.
Ma c’è di più: la società che ha diffidato il Consorzio, nelle eventuali ulteriori more del procedimento di rilascio del nulla osta citato, si riserva di ricorrere all’Autorità giudiziaria e alle autorità deputate al controllo dell’attività consortile per verificare la sussistenza o meno di comportamenti illegittimi. Nello stesso tempo si riserva di accertare, sempre in via giudiziaria, il materializzarsi di danni patrimoniali e non a proprio danno derivanti dai ritardi nel rilascio del nulla osta e dai tempi abnormi con cui la procedura “avanza” (si fa per dire). I tempi sono molto stretti: sette giorni dalla presentazione della diffida, per cui a stretto giro di posta si potrà sapere se gli uffici del Consorzio si sono attivati o meno.
La vicenda conferma in pieno quanto già denunciato qualche giorno fa. E cioè che, una volta incappate nel Consorzio Industriale del Lazio, le imprese – desiderose solo di poter ben lavorare attraverso programmi di ammodernamento, crescita, sviluppo e creazione di nuovi insediamenti – finiscono con il trovarsi di fatto frenate, rallentate, quando non del tutto bloccate, dai ritardi, spesso abnormi e del tutto ingiustificati, con cui gli uffici competenti procedono nell’esaminare pratiche, nell’apporre firme, nel concedere o non concedere autorizzazioni o nulla osta, nel semplice dire “sì” o “no” ad una richiesta, nel tirare fuori un timbro e vistare un foglio o lasciarlo nel cassetto.
E così si finisce con il creare una situazione molto kafkiana in cui tante imprese vengono lasciate nel limbo dell’incertezza, del “non sapere”, dell’attesa. Il risultato? Si perde tempo prezioso, i progetti di sviluppo o di altro tipo restano al palo e gli imprenditori non hanno le risposte, positive o negative che siano, di cui avrebbero bisogno in tempi ragionevoli, comunque “certi”, per procedere con le loro attività.
In tale modo gli uffici deputati a questo tipo di lavoro si trasformano, magari senza volerlo, in veri e propri centri di potere, “stazioni” in cui i treni della crescita rischiano di rimanere fermi troppo a lungo con il pericolo di perdere occasioni altrimenti irripetibili. Centri di potere in cui, sicuramente in buona fede o per competenze lacunose, la burocrazia la fa da padrona, di frequente con esiti letali per le imprese, e dunque per il territorio stesso.
Concludiamo ricordando, per la seconda volta in pochissimo tempo, che nel caso in esame, addirittura, il nulla osta che l’ente avrebbe dovuto rilasciare è bloccato da mesi e mesi. Parliamo di una struttura a ridosso dell’area dove potrebbe nascere il tanto chiacchierato biodigestore di Selva Dei Muli a Frosinone, il cui ultimo incontro per l’avvio dell’iter ci sarà proprio tra pochi giorni. Ecco che, dunque, viene da chiedersi se certi “ritardi” siano solamente un caso. È proprio in queste situazione, infatti, che si ha sempre più la percezione che questi “ufficietti” diventino veri e propri centri di potere che riescono a influire e influenzare il futuro di un territorio. Spesso anche a causa del fatto che enti così importanti hanno sempre alle spalle la politica. E dove c’è la politica, si sa, mai niente è certo e matematico. E, soprattutto, giusto.
Ma ora è arrivata la diffida e la “minaccia” di ricorrere all’autorità di vigilanza consortile e, soprattutto, all’autorità giudiziaria. Staremo a vedere.