Frosinone – Approvato il Bilancio di previsione
Diciassette voti favorevoli, nove contrari e cinque astenuti. Approvato il primo Bilancio di Previsione del Comune di Frosinone dopo dodici anni gravati dal Piano di Rientro.
Il dibattito si è svolto civilmente e gli oppositori, va detto, ce l’hanno messa tutta, interpretando nel pieno il loro ruolo e facendo le pulci al Documento. I punti all’Ordine del Giorno sono stati approvati tutti, così come nelle previsioni. Se sul dato di cui sopra c’è poco da dire. Nonostante le voci diffuse, che Mastrangeli sarebbe andato avanti, era noto da tempo.
Interessante invece il significato politico di questo scorcio amministrativo del Capoluogo. L’opposizione, quella vera, è composta dal Partito Democratico, dal Psi, dal Gruppo Futura, dai cosiddetti malpancisti e Forza Italia. Come si noterà la maggior parte di questa opposizione è costituita da consiglieri che sono stati eletti con la coalizione di centrodestra.
Il successo di Riccardo Mastrangeli è dovuto al patto programmatico con Domenico Marzi e i consiglieri del suo gruppo, oltre che dal sostegno di Patto Civico e Lista Marini ormai organici alla maggioranza. Questi i nuovi innesti sulla spina dorsale costituita da Fratelli d’Italia, Lega e altre civiche rimaste nel centrodestra.
L’analisi secondo la quale i numeri di Mastrangeli siano bastevoli ad andare avanti nell’azione amministrativa ma siano decisamente insufficienti sotto il profilo politico, così come ha rimarcato il consigliere socialista Vincenzo Iacovissi, è certamente degna di considerazione. Peccato che, come è spesso accaduto in questa e in altre città, non sarà davvero la sostanza delle cose: vero è che i numeri di Mastrangeli si sono asciugati rispetto alla partenza, quando la maggioranza era schiacciante e di centrodestra per trasformarsi in una composizione arlecchina, ma la situazione, a chi ha qualche anno, non appare drammatica e soprattutto non appare nuova. Come si ricorderà il sindaco Marzi condusse tutto il suo secondo mandato con l’anatra zoppa, cioè non aveva la maggioranza in Consiglio. E come si ricorderà ancor meglio non fu nessuno scandalo all’epoca che il sostegno, talvolta, arrivò dalla destra di Storace. Non solo, negli anni ’70 si arrivò a un patto di sviluppo che comprendeva l’accordo di tutte le forze politiche. Negli anni ’80 ci fu al governo della città un esapartito che vide amministrare, con la Dc e alleati, anche il Partito Comunista Italiano.



