Voci dal Palazzo – Tra un anno si farà sul serio per il rinnovo al Comune di Frosinone: volano le indiscrezioni
Occorre, ogni tanto, tornare a interessarsi delle curiose vicende che animano l’incolpevole e nobile sede del Comune di Frosinone, specialmente quando le famosissime Voci dal Palazzo si affannano a più non posso.
C’è da dire che mai, a memoria d’uomo, si erano registrate nel volgere di una sola tornata amministrativa, tante e tali incomprensibili quanto inutili sgomitate, diaspore, dimissioni, fuoriuscite e contumelie tra i banchi del Consiglio Comunale. Malumori, sgambetti, rimbrotti e sentenze non hanno avuto pause neanche durante l’estate. Neppure il costante bagaglio di analisi, a volte dall’esito umoristico, ha avuto sospensioni. Naturale che le pettegole che si annidano nei meandri dei luoghi decisori siano galvanizzate più del solito.
A dispetto della più litigiosa, scontenta e ammusonita maggioranza che si potesse immaginare, il percorso del sindaco Riccardo Mastrangeli è arrivato a poco più un anno e mezzo dal rinnovo. Vale a dire a un anno circa dal ritorno alle candidature poiché nell’autunno del 2026 saremo già in vista della dirittura d’arrivo del prossimo confronto nelle urne e a quel punto non ci sarà più spazio per malpancisti, scontentisti, testafasciatisti, brtisti, ciclabilisti e via di seguitisti: in quel momento si farà sul serio.
Chi starà con chi dovrà essere chiaro, considerato anche che Frosinone è un capoluogo e il fattore politico conta più che altrove. Centrodestra e centrosinistra, coalizioni al momento non più esistenti, dovranno fare i conti con la loro identità e con i contrasti in atto all’interno dei partiti, questi davvero molto difficili da ricomporre. Vere guerre di potere, che niente hanno a che vedere con le boutade di questo o quel personaggio assurto alle cronache e al seggio grazie a liste civiche più o meno inventate, ai suoi tempi, dallo Zar Nicola Ottaviani (sperando che questa volta setacci meglio il personale da presentare ai concittadini), si consumeranno.
In sintesi c’è un solo anno di tempo per ricostruire delle coalizioni in grado di presentarsi alle prossime elezioni con la serietà, la capacità, la preparazione e il livello di maturità civica che la città di Frosinone e non solo Frosinone meritano. Caratteristiche che, attualmente, risultano drammaticamente disperse. E allora i sibili che provengono dalla dark side della classe dirigente, locale e non, politica e non (va detto), si ammantano di previsioni.
L’ipotesi di una grosse koalition per Mastrangeli di marca civic/centrodestra
La più gettonata, ipotesi cariata dal diffondersi dei campi larghi dunque del nonsense ideale, è che a Frosinone si stia preparando una grande coalizione cosiddetta civica che vede il riproporsi di Riccardo Mastrangeli alla guida della città. In questo progetto convergerebbero un po’ tutti i potenti e i potentati della zona. Le Voci però risultano più precise di questa generica e tutto sommato quasi ovvia affermazione: la coalizione in questione non sarebbe costruita in maniera da risultare invisa al centrodestra. Anzi, potrebbe risultarne un asso nella manica. Se il pensiero, ragionando su tale ipotesi, corre immediatamente alla figura di Domenico Marzi e i suoi due consiglieri che attualmente appoggiano Mastrangeli, come pure dei consiglieri Caparrelli e Turriziani arrivati al sostegno del sindaco in carica dall’opposizione (il primo del Polo Civico, tradizionalmente di centrodestra, il secondo da sempre dichiaratamente centrista), onestamente non si vedrebbe il problema. Domenico Marzi è tutto tranne che un pericoloso bolscevico (tanto per dire, ai tempi del consigliere comunale Francesco Storace tra i due nacque un ottimo rapporto anche di collaborazione); la consigliera Alessandra Mandarelli è stata la presidente della Commissione Sanità durante il governo del Lazio di centrodestra di Renata Polverini; Carlo Gagliardi è stato addirittura in predicato di essere candidato a sindaco dalla Lega nel dopo Ottaviani. Non si vede dove sia il problema nel centrodestra a vederli ora appoggiare Mastrangeli e magari, in seguito, far parte di un progetto per governare il capoluogo.
L’ipotesi di una coalizione civica pro Mastrangeli e un’altra composta dalla maggior parte del centrodestra e pezzi di civici anti Mastrangeli
Un’altra ipotesi, meno accreditata ma non peregrina, è che il centrodestra resti diviso e, questa volta, Fratelli d’Italia, Forza Italia e qualche pezzo dell’attuale maggioranza che non vede di buon occhio l’appoggio di Marzi, non vogliano sostenere la grande coalizione. A quel punto si potrebbe presentare un anti-Mastrangeli sostenuto da buona parte del centrodestra e civici di centrodestra che oggi non vedono di buon occhio M. Questa coalizione si consumerebbe non poco nella scelta del candidato a sindaco (a meno di clamorosissimi ritorni) poiché i pretendenti non sarebbero pochi (già sgomitano). In questa circostanza di avrebbero due candidati nell’alveo del centrodestra, seppure entrambi con forti componenti civiche.
La coalizione arlecchina con dentro PD, Forza Italia e vari scontenti
Un’altra ipotesi intorno alla quale si accavallano le voci è quella che vedrebbe l’accordo tra Partito Democratico, Forza Italia e varie altre componenti civiche, specialmente quelle fuoriuscite dalla maggioranza di Mastrangeli. Una coalizione questa che non potrebbe vedere il favore di Fratelli d’Italia per clamorosa incompatibilità politica nelle elezioni in un Capoluogo di provincia. Un’ipotesi del genere, con ogni probabilità, finirebbe per rinforzare l’ipotesi grosse koalition e favorire Mastrangeli.
Già in campo i socialisti con Vincenzo Iacovissi. Sarà fuoco amico o il ritorno del centrosinistra?
Le Voci si interessano meno, al momento, di quanto potrebbe accadere nel centrosinistra. Ciò anche perché in questo campo di previsioni che risultino non troppo azzardate, al momento, non ce ne sono. Infatti visto il caos che regna nel Partito Democratico, alle prese con un sanguinoso e infinito congresso, sarebbe facilissimo prevedere un centrosinistra diviso, con i socialisti, già in campo con la candidatura di Vincenzo Iacovissi, soli con le loro liste (pare ne abbiano pronte già tre) e magari qualche altra che intanto si potrebbe creare da parte di altri di area, a contendersi i voti non di centrodestra con il candidato del PD o della coalizione arlecchina di cui sopra. Entrambi con pochissime speranze di successo a causa del fuoco amico.
In un mondo meno ottuso però potrebbe darsi il caso, per esempio, che almeno una parte del Partito Democratico veda di buon occhio, dopo tanto penare, l’accordo con i socialisti e l’appoggio alla candidatura di Iacovissi. In questo modo il problema sarebbe risolto presto e, quanto meno, riuscirebbero a rimettere a dimora le basi per una vera ed efficace alternativa al centrodestra, considerato che è sempre molto importante in un sistema democratico che coesistano forti governanti e altrettanto forti oppositori.
La terza ipotesi, quella che i socialisti ritirino la candidatura di Iacovissi, come ha più volte sottolineato il segretario regionale del PSI, Gianfranco Schietroma, non esiste.



