Frosinone e Latina fuori dalla Zes – E’ scontro frontale Trancassini/Ottaviani
Il Segretario della Commissione Bilancio della Camera ha divulgato il voto contrario di Fratelli d’Italia e Forza Italia all’ingresso delle province del Lazio nei benefici. Il segretario regionale di FdI reagisce: “Sei fuori dal centrodestra”, il parlamentare frusinate rilancia: “Non ti rendi conto del dramma delle nostre imprese”
Sulla vitale partita della Zona Economica Speciale l’auspicio era che tutta la politica del Lazio e specialmente quella delle province del meridione della regione, che pagano un prezzo fatale per l’esclusione, si muovesse come un sol uomo per combattere almeno una battaglia difficilissima. Invece non solo centrodestra e centrosinistra hanno iniziato a beccarsi come i capponi di Renzo mentre il territorio va in malora ma anche nello stesso centrodestra volano gli stracci. Altro che unità d’intenti, si arriva maciullati al traguardo!
Il caso è quello che vede un botta e risposta dai toni decisamente duri tra il segretario regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Trancassini e il segretario della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Nicola Ottaviani (Lega). Trancassini non ha preso bene la protesta di Ottaviani per il voto contrario e il ritiro degli emendamenti nella Commissione Bilancio del Senato in favore dell’ingresso nella Zes delle province del Lazio. L’onorevole frusinate, infatti, ha messo nero su bianco i numeri delle votazioni che in effetti lasciano davvero poco all’immaginazione e lasciano trasparire come i senatori di Fratelli d’Italia e di Forza Italia non abbiano manifestato la necessaria volontà politica, perché di questo si tratta, per appoggiare la disperata istanza dei territori del Lazio. Trancassini accusa Ottaviani di personalismo.
“Mi dispiace che si collochi al di fuori di una squadra impegnata in partite importanti – esordisce Trancassini – Stiamo lavorando con tutto il centrodestra, di concerto con il governo sia dalla nazione che della Regione, per dare risposte concrete ai cittadini, come ad esempio – argomenta – i 100 milioni di euro stanziati dal Governo in favore del Consorzio Industriale Unico del Lazio, una misura strategica, che rafforza la competitività delle imprese locali, crea le condizioni per nuovi investimenti e sostiene la ripartenza del sistema economico regionale”.
Prosegue Trancassini: “Quelle a cui si riferisce l’onorevole Ottaviani sono partite difficili, complesse, nelle quali prima del voto in commissione serve acquisire il parere da parte dei ministeri, che non mi pare, nel caso di specie da lui evidenziato, fossero stati positivi. Rimaniamo convinti che il “noi” possa sempre indicare la strada migliore per comunità e territori, mentre l’“io” troppo spesso è cattivo consigliere. Confido che anche in questo caso, come per il comune di Frosinone, si continui a prediligere il “noi” all’“io”, come fa tutta la squadra di Fratelli d’Italia – conclude – sperando che l’onorevole Ottaviani torni a giocare insieme al centrodestra”.
Non si è fatta attendere la risposta di Nicola Ottaviani: “Se pubblicare lo stenografico della seduta in commissione bilancio al Senato, da cui risulta che solo la Lega ha difeso i territori delle province di Frosinone, Latina e Rieti, per l’inserimento della Zes, appare un atto di insurrezione, allora non ci siamo proprio. La stima personale e politica per l’onorevole Trancassini è tale, da non poter ipotizzare che non ci si renda conto del dramma delle nostre imprese e dei lavoratori dei nostri territori, ad iniziare da quelli di centrodestra, per finire anche con quelli che non hanno tessere o idee partito e che vanno difesi, però, per il solo fatto di essere cittadini e contribuenti. Alcuni territori di Umbria e Marche sono in zona C, nella Carta europea degli aiuti di Stato, esattamente come alcuni territori delle nostre province laziali. Se vale per loro questa regola, con l’inserimento nella Zes in quota percentuale, dovrà valere anche per Rieti, Latina e Frosinone. Questo significa essere di centro destra, premiando il merito ed il sacrificio delle aziende, senza cadere nel vecchio vezzo della sinistra, abituata a fare spallucce, davanti ai bisogni del Paese reale, delle imprese e dei lavoratori.”