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Blue Forum, l’onorevole Ottaviani intervistato da Nunzia De Girolamo

L’onorevole Nicola Ottaviani (Lega), segretario della commissione Bilancio della Camera dei Deputati, intervistato da Nunzia De Girolamo, è intervenuto al 2° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum di Gaeta.

“L’economia del mare – ha detto l’onorevole Ottaviani – è una risorsa molto importante, ma oggi va letta alla luce dei nuovi assetti geopolitici che si stanno profilando. La storia ci insegna, e qui potremmo prendere a riferimento Giambattista Vico, che le guerre rappresentano uno strappo nella trama degli eventi a seguito delle quali nulla rimane come prima. In questi periodi c’è chi riesce a cogliere, usando arguzia e coraggio, le opportunità di cambiamento e chi, invece, si fa travolgere dalle circostanze”.

“Nel mondo, in Europa – ha proseguito Ottaviani – sta accadendo che i Paesi dell’area balcanica, che un tempo erano un satellite che gravitava nell’orbita sovietica, oggi hanno avviato un processo di revisione di alleanze e strategie, guardando a quello che un tempo, durante la guerra fredda, veniva chiamato il blocco atlantico. Ciò significa che noi come Italia, come Europa non possiamo non cogliere questo cambiamento, così come si è fatto e si sta facendo  con, ad esempio, Croazia e Albania, intensificando i collegamenti tra Mediterraneo est ed ovest, tra Mediterraneo ed Adriatico e instaurando collaborazioni di carattere commerciale e istituzionale. Questo significa intercettare ciò che proviene dallo stretto di Gibilterra, ma anche dall’Africa del Nord dove i cambiamenti dal punto di vista geopolitico sono più veloci e sensibili di quello che noi possiamo credere. E’ evidente che, come ripete spesso Matteo Salvini, in un momento in cui si investe in collegamenti veloci e infrastrutture nel mare, diventa fondamentale legare tra loro i diversi quadranti del Mediterraneo. Oggi, il Pnrr ci dà un’opportunità, ma ci impone anche un obbligo, ovvero quello di rivedere procedure farraginose che riguardano il concetto della semplificazione della pubblica amministrazione. Basti pensare che noi su 7.500  chilometri di coste, abbiamo solamente 500 porti turistici. Vuol dire che abbiamo una media di un porto turistico ogni 150 chilometri, l’esatto contrario di quello che avviene in Francia o in Croazia dove i porti, specialmente quelli turistici, distano tra loro ormai qualche centinaia di metri. I porti turistici portano benessere, economia, e costituiscono anche una formidabile lente d’ingrandimento sulla gestione globale del turismo, del commercio”.

“Per consentire lo sviluppo di questo settore appare chiaro che le procedure debbano essere più veloci, efficaci ed efficienti rispetto ad oggi, altrimenti gli operatori decidono, giustamente, di portare i loro investimenti altrove. In definitiva, economia del mare significa mettersi in gioco, vedere  l’Europa come una opportunità, un’Europa dove oggi, come mai accaduto in passato, siamo interlocutori autorevoli e ascoltati” ha concluso Ottaviani.