Sanità, cuneo fiscale e pensioni: Ottaviani illustra la Nadef alla Camera
L’onorevole Nicola Ottaviani (Lega), segretario della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, è intervenuto nel dibattito parlamentare sulla nota di aggiornamento al Def:
“Sulla Nadef, ritengo che si debba partire da un punto: la nota di aggiornamento per quanto risponda a dei criteri ed elementi tecnici e ragionieristici ha, comunque, un’ispirazione di fondo politica. La Nadef niente altro è che la fotografia della situazione economica in costanza della normativa vigente. Nel documento, si descrive lo stato dell’arte, in base all’indirizzo politico, evidenziando cosa si può fare e cosa no nel perimetro di quella che è la legislazione attualmente in vigore. Parlando di numeri, validati dall’ufficio di Bilancio, che non è un organismo politico, ma terzo, dalla Nadef emerge che il deficit tendenziale, nel periodo 2023-2026, ha avuto nel 2023 un rialzo di 5,2 punti, nel 2024 sarà di 3,6; 3,4 nel 2025 e 3,1 nel 2026. Ora, sul dato del 2023 va sottolineato che i numeri risentono pesantemente dei bonus edilizi, un giudizio impietoso che deriva da un organismo tecnico e che tira la linea rispetto a una narrazione di vana esaltazione, portata avanti da taluni ex presidenti del Consiglio, come Conte, che non hanno il coraggio di rivelare che il bonus 110 sta costando ai contribuenti oltre 130 miliardi di euro, come 4 manovre finanziarie generali. L’Ufficio di Bilancio poi, nella sua relazione ci parla anche di un minor gettito dovuto al taglio del cuneo fiscale, ma questa è una misura che rivendichiamo come Lega e centrodestra perché ha dato la possibilità a 14 milioni di dipendenti pubblici e privati di avere maggiori risorse da utilizzare in busta paga. Rispetto al Pnrr mette nero su bianco quello che andiamo dicendo da sempre: le verifiche sul raggiungimento degli obiettivi vanno fatte a fine corsa, nel 2026, e non nel 2023 e 2024, e per raggiungere quegli obiettivi qualche cosa poteva e doveva essere rivisto e cambiato. La rimodulazione delle spese del Pnrr e dei bonus edilizi va a compensare la maggiore possibilità di disavanzo”.
“In quest’aula, qualcuno ci ha accusato di tagliare la spesa sanitaria. Ma anche qui i numeri ci restituiscono la verità: la spesa sanitaria nel 2023 è del 6,6% sul Pil, del 6,2% nel 2024 e idem per il 2025 e del 6,1% nel 2026. Tutto in base alle norme attualmente in vigore. Qualcuno dimentica che questo Governo di centrodestra nella scorsa manovra finanziaria ha messo a disposizione ulteriori, rispetto alle previsioni, 2,2 miliardi di euro per la sanità, per il 2023, oltre a 2,3 miliardi per il 2024 e 2,6 per il 2025 e il 2026. Un modus agendi coerente con il raggiungimento di obiettivi epocali come la stabilizzazione di personale sanitario che va a potenziare il nostro sistema. Sulle lezioni di diritto costituzionale che qualcuno vorrebbe impartirci sorvolo, perché le norme bisognerebbe prima leggerle. L’articolo 81 della Costituzione, infatti, prevede la possibilità di approvare una manovra in deficit, proprio davanti ad eventi straordinari ed esterni, come la guerra in Ucraina, o l’aumento spropositato del costo energetico sul mercato internazionale. Per non parlare della nuova polveriera israelo-palestinese. Ma forse, dalle parti della minoranza PD-5S, qualcuno si è perso le prime pagine della rassegna stampa dell’ultimo anno”.