Territori provinciali affamati, le associazioni chiedono di emendare la Legge di Bilancio
Il Governo aveva aperto la legislatura con i proclami di Calderoli, tutti vocati a rinforzare le autonomie locali e gli enti territoriali. A spron battuto la commissione Affari Costituzionali del Senato procedeva per riportare le Province alla loro dignità territoriale. Poi un brusco stop. Adesso, addirittura, le associazioni del settore chiedono al Governo di non affossare completamente i territori con pesanti tagli nella Legge di Bilancio 2024.
Le richieste di Uncem, l’ssociazione dei Comuni montani, territori in grande difficoltà
In audizione al Senato, oggi, il presidente di Uncem, l’Unione dei Comuni e delle Comunità Montane, Marco Bussone, ha chiesto di emendare in favore del sostentamento e anche dell’equità nella distribuzione delle risorse. Bussone ha presentato un documento che può essere sintetizzato in cinque punti chiave:
1. Rafforzare le politiche per gli Enti locali, eliminando ogni taglio di trasferimento, aumentando i fondi per investimenti e per garantire servizi pubblici e “diritti di cittadinanza”.
2. Consentire un’efficace riduzione delle sperequazioni territoriali, eliminazione delle disuguaglianze, con opportuni interventi per le zone interne e montane.
3. Consentire il consolidamento delle azioni degli Enti locali e delle Regioni per l’attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza, consentendo di investire risorse [e stanziarle] per gestire e mantenere gli investimenti realizzati, individuando risorse economiche per lo scorrimento di graduatorie e di progetti finanziati in parte.
4. Assicurare, per la crescita e lo sviluppo, piena continuità alle iniziative per migliorare le condizioni sociali ed economiche dei lavoratori e pensionati – a partire dall’aumento dei salari e delle pensioni, con soluzioni non occasionali o temporanee.
5. Consentire Strategie e investimenti per affrontare in modo efficace, consapevole, “comunitario”, le transizioni ecologica, energetica, e digitale.
De Pascale. le Province tradite
Più diretto il presidente dell’Unione delle Province d’Italia che grida, in pratica, al tradimento. Secondo De Pascale alle promesse di restituire forza e risorse, oltre che dignità costituzionale alle Province non solo non arriveranno risorse aggiuntive ma addirittura arriveranno pesanti tagli.
“Pretendiamo rispetto e attenzione per tutti i territori italiani”- ha detto De Pascale – la manovra approvata dal governo peggiora drasticamente la condizione già critica dei bilanci delle Province e porta a 100 milioni i tagli complessivi a loro carico”.
De Pascale ha chiesto infatti di intervenire e azzerare l’aumento del concorso finanziario delle Province alla finanza pubblica, anche per non pregiudicare l’impegno di questi enti nell’attuazione del Pnrr. Ha poi presentato le richieste prioritarie delle Province, a partire dall’eliminazione delle due spending review da 50 milioni ciascuna “già previste per questo comparto dalle passate manovre e da questa legge di bilancio – per un taglio totale di 100 milioni e dalla costituzione di un fondo di 35 milioni di euro per le Province in dissesto e in riequilibrio finanziario.