Il sindaco… Sgarbi, tra Cellini e Depardieu
Lui, il sindaco di Arpino, ha una biografia sconvolgente. Dagli anni Ottanta ad oggi è sempre stato all’apice di tutte le carriere che ha intrapreso, da quella legata al mondo delle arti a quella politica. E’, Vittorio Sgarbi, senza dubbio una delle personalità della cultura italiana più note: da una parte il critico e storico d’arte di elevatissima e riconosciuta professionalità, il saggista, conferenziere, giornalista, politico, organizzatore, opinionista, collezionista (e chi più ne ha più ne metta) capace di svettare in ogni ambito; dall’altra una personalità ingovernabile, in continua lotta e polemica, capace di picchi d’irascibilità divenuti proverbiali. Sempre in vista il Vittorio nazionale non ha mai avuto sconti dalle cronache ne’ ne ha mai chiesti. Oggi, per un caso all’attenzione della magistratura e del quale va lasciata alla magistratura la competenza, ara di nuovo il solco, se mai ce ne fosse il bisogno, tra coloro che sono al suo favore e gli altri, quelli che sono contro.
Ottiene, però, Vittorio Sgarbi, un titolo incommensurabile. Su “Il Foglio”, in una delle sue formidabili “Preghiera”, Camillo Langone, un giornalista e scrittore memorabile a ogni riga, ne traccia i tratti di “architettura biografica”, “testimonianza storica”, “vestigia culturale”. Insomma, un monumento nazionale, uno di quelli che vanno salvaguardati “come fece Paolo III per Cellini” che per la loro unicità nella professione, dunque, in sostanza, per il bene collettivo, “non hanno da essere ubrigati alla legge”. A questa cosa, paradossale ma che fa riflettere, si accosta molto quella, ricordata anch’essa da Langone, della lettera dei cinquanta intellettuali francesi in difesa di Gerard Depardieu. Anche lui da salvaguardare comunque per la sua grandezza, questa volta nella settima arte.
Orbene senza osare il paragone con Benvenuto Cellini e senza pensare neanche lontanamente che qualcuno possa essere collocato al di sopra della legge, sembra plausibile un concetto familiare ad ogni latitudine: quello dell’interesse superiore nazionale.
Il vizio che ormai dilaga, quello di travolgere in tempeste mediatiche prima del giudizio è intollerabile ai danni di chiunque. Lo è ancor di più quando colpisce importanti personalità che hanno rivestito o rivestono posizioni molto rappresentative, non solo di loro stessi ma di una vasta collettività, come per esempio, il sottosegretario alla Cultura della Repubblica Italiana, Vittorio Sgarbi.