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Il libro – Intelligenza artificiale e leadership: ma il cuore conta ancora più di tutto. E il Frosinone di Stirpe è un esempio

“La commistione tra leadership e intelligenza artificiale sarà un tema centrale nei prossimi mesi e anni. Bisogna riflettere attentamente sui cambiamenti e sulle evoluzioni che ci aspettano perché forniranno un’occasione di sviluppo unica. Per quanto mi riguarda, lo stimolo a dare un contributo a questo innovativo modello di progettazione aziendale è partito dal calcio per interessare successivamente le altre attività che svolgo. Il punto di partenza è stata la ventennale passione per il Frosinone e da quella ci siamo spinti oltre”.

Parole che Maurizio Stirpe, presidente del Frosinone calcio e vicepresidente nazionale di Confindustria, ha pronunciato lunedì scorso nella sala conferenze della “Psc Arena” del Capoluogo in occasione della presentazione del libro “Smart Leadership Canvas”, uscito nello scorso mese di dicembre e curato dal giornalista Filippo Poletti e dal professor Alberto Ferraris dell’Università di Torino. Un’opera all’interno della quale un intero capitolo è dedicato al patron giallazzurro con un’intervista realizzata da Poletti a Stirpe. 

La conferenza-convegno ha visto sedere al tavolo dei relatori il presidente del club ciociaro, il giornalista e autore del volume, il Vicepresidente di Confindustria con delega al digitale nonché Vice Presidente di Cisco Sud Europa, Agostino Santoni, e mister Eusebio Di Francesco.

Maurizio Stirpe ha quindi proseguito nel suo intervento: “A mio avviso – ha affermato – i tratti distintivi della leadership sono 3: in 42 anni di attività nel mondo imprenditoriale ho imparato che bisogna distinguere tra imprenditore e imprese, perché non sempre gli interessi collimano tra i due attori, bisogna sempre considerare l’impresa una creatura distinta da chi l’ha posta in essere. E questo è il primo aspetto. In secondo luogo, un imprenditore lungimirante deve affidarsi ad un bravo manager perché è fondamentale saper distinguere chi fissa gli strumenti e chi fissa gli obiettivi. Le due cose non si possono fare contemporaneamente per evitare confusioni. L’imprenditore fissa obiettivi e il manager gli strumenti, considerando che gli obiettivi devono essere sempre misurabili. Terzo, non bisogna avere paura dei collaboratori che ne sanno più di te: quando ciò accade vuol dire che l’impresa ha un arricchimento rispetto a ciò che poteva dare l’imprenditore”.

“La trasformazione digitale e in particolare l’intelligenza artificiale impongono un cambio di passo radicale – esordisce il giornalista Filippo Poletti – Guidare un Paese in direzione di un futuro prossimo, che sia al tempo stesso più innovativo, più inclusivo, più competitivo e anche più capace di sperimentare, richiede capacità e competenze sia nell’ambito pubblico che in quello privato. Grazie alle reti neurali generative sarà possibile, ad esempio, rendere la pubblica amministrazione più amica del mondo delle imprese e dei cittadini, accelerando lo scambio con loro e modernizzando i servizi offerti. Il vero leader ai tempi dell’intelligenza artificiale – sostiene ancora l’autore – deve lavorare basandosi sulle 3c: collaborazione, cuore e cervello, prendendosi cura delle persone e raggiungendo gli obiettivi di business con un impatto positivo sull’intera società. Il leader è colui che sa collaborare, che deve avere a cuore i collaboratori favorendo il benessere nel gruppo. Il leader deve usare il cervello, raggiungendo degli obiettivi, scegliendo come li realizzerà e come prenderà le decisioni. In questo senso il Frosinone ci insegna tre cose. L’adattamento in tempo reale, perché il successo è legato alla capacità di individuare nuove soluzioni direttamente in campo. L’innovazione continua, perché il leader guarda oltre il trionfo, già pensa al domani. Infine la misurazione continua: ogni weekend i tifosi chiedono dei risultati, ad esempio. Il leader deve adottare il modulo ‘trifase’ e il Frosinone è un caso eccellente in Italia in tale applicazione”.

Agostino Santoni: “Nel mio lavoro ho conosciuto parecchi presidenti di club di calcio, oggi ufficialmente ne aggiungo un altro, Maurizio Stirpe. Ho collaborato con il presidente Moratti, sto collaborando con il Real Madrid e il presidente Butragueno sul ripensamento delle infrastrutture. E nel passato ho collaborato con l’Hoffenheim. Il Presidente che ho trovato più stimolante è stato quello del Siviglia. Fui invitato perché voleva assegnarmi la sponsorship del club, con me un collega americano. La sua sala riunioni sapete quale era? Lo spogliatoio. Ci disse che questo era il posto più importante della società, il posto dove si creano risultati. E allora quando penso all’intelligenza artificiale, non credo proprio che potrà essere protagonista dentro lo spogliatoio. Non potrà mai sostituire quell’occhiata, quella sensazione, quell’intuizione. Queste componenti rimangono legate alle persone”.

Infine, il mister Eusebio Di Francesco: “A mio parere il cuore, la tecnologia e la competenza vanno messe insieme. La capacità di ascoltare deve essere fondamentale, e vale anche per me quando debbo ascoltare il mio Presidente, il mio Direttore e i miei giocatori. Il libro ‘Smart leadership Canvas’ lo leggerò e ne farò buon uso ma dico che alla base di tutto ci sono le relazioni”.

Danilo Del Greco

Giornalista dei quotidiani online LaProvinciaFrosinone.it e TuNews24.it e del settimanale cartaceo Tu News, iscritto all'Ordine dei Giornalisti Professionisti dal 1997, ha lavorato a lungo presso il quotidiano Ciociaria Oggi, sia nell'edizione cartacea che web. Altre esperienze nel settore televisivo, radiofonico e dei free press. Ha frequentato corsi di specializzazione a Rimini (Web Marketing festival) a Milano presso Il Fatto Quotidiano e a Roma con Salvatore Aranzulla.