Frosinone – I ‘padroncini’ delle aree Asi, che ostacolano in tutti i modi ogni progetto che non sia il loro
A Frosinone, si sa, spesso funziona così. Per fare determinate cose non bisogna rivolgersi agli enti preposti ma a chi di fatto governa quelle questioni. Un’ po’ come i posteggiatori abusivi a Napoli, che speculano senza alcuna autorizzazione né titolo sulla res pubblica. O, tornando al blitz di pochi giorni fa, come gli imprenditori ciociari che, per ottenere dei soldi in prestito dalla banca, non dovevano rivolgersi alla banca ma all’imprenditore ‘dominus’ (ora finito in carcere) lasciandogli una lauta percentuale.
E così, anche per le aree Asi, pare che funzioni pressappoco così. Anche perché, quando poi non si passa per certi ‘giri’, lasciando dunque la fische o comunque dimostrando di non voler intaccare gli interessi dei ‘grandi’, ecco che iniziano i problemi. È il caso di svariati imprenditori locali che, anche in questi mesi, hanno avuto non pochi problemi per tentare di avviare le proprie iniziative.
Sì, perché una volta che un imprenditore presenta domanda all’Asi, ecco che il gruppo di ‘padroncini’ inizia ad ostacolare l’iter presentando una serie di ricorsi strumentali, per mettere i bastoni tra le ruote e tentare di far demordere chi ha osato percorrere la via giusta per aprire la propria azienda. Aziende che, nella maggior parte dei casi, sono di servizi, in un’area destinata a servizi, mentre le attività della ‘lobby’ sono ad alto impatto ambientale.
Imprenditori senza scrupolo, dunque, che tentano di rallentare, o addirittura di ‘reprimere’ il libero esercizio dell’attività imprenditoriale nella zona a servizi, decidendo di scrivere ai vari enti preposti, a turno, ricorsi puramente fittizi, finalizzati solo ad ostacolare gli altri.