Brt Frosinone, Legambiente: “Si a modifiche ma sì proceda senza esitazioni”
“Quando si parla di mobilità sostenibile a Frosinone si tocca un nervo scoperto. Il dibattito di queste settimane sul Bus Rapid Transit è rivelatore di una diffusa incapacità di immaginare un futuro per la città che liberi i suoi abitanti dall’incubo della cappa di smog che la avvelena e attenui il predominio assoluto dell’auto privata negli spostamenti. Essa, peraltro, è parte di una più generale difficoltà ad accettare che in un mondo che cambia a ritmi vorticosi non si può restare ancorati alle scelte e alle abitudini del secolo scorso. Negli ultimi decenni sembra essersi fatta strada una sorta di mutazione antropologica, di certo accentuata dall’invecchiamento demografico, che tende a puntellare la fortezza dello status quo e vede ogni scostamento dalla routine quotidiana come una minaccia alla propria comfort zone. Non si protesta più per ciò che non si fa o non c’è, ma solo per ciò che si tenta di realizzare e che potrebbe incidere sulle proprie abitudini. Non è stato sempre così: fino a pochi anni fa il potenziamento del trasporto pubblico locale (TPL) e la diffusione della ciclabilità erano unanimemente percepiti come la soluzione ai problemi della congestione urbana, dell’inquinamento e dell’invivibilità complessiva della città; oggi sono viste invece come una minaccia. Sembra davvero che niente possa essere migliorato: anche misure banali di ingegneria del traffico come l’istituzione di un senso unico sono diventate qualcosa per cui stracciarsi le vesti.
Ormai è un disco rotto che prescinde dalle collocazioni politiche: di fronte a ogni nuova infrastruttura diretta allo sviluppo della mobilità leggera o condivisa c’è sempre una progettazione inadeguata, una tempistica sbagliata, interessi economici minacciati, disagi insopportabili anche se temporanei, o qualche precondizione non soddisfatta che ne impedisce la realizzazione. Registriamo inoltre il fatto che, invariabilmente, le proteste nascono solo con l’apertura dei cantieri, mai prima. Ne eravamo certi: la decisione presa un anno fa di rimuovere i cordoli della ciclabile di via Puccini e via Fontana Unica ha costituito un pericoloso precedente che, accontentando chi grida più forte, rischia di pregiudicare l’attuazione degli strumenti programmatici che l’amministrazione si è data in un settore strategico quale la mobilità.
È un dato di fatto, invece, la mancata consultazione preventiva con la cittadinanza e le categorie interessate: le proteste di questi giorni sarebbero state depotenziate se il Comune avesse preventivamente adottato quegli strumenti di partecipazione e condivisione oggi indispensabili per opere di tale rilievo. Su questo gli oppositori al BRT hanno ragioni da vendere, anche se viene il sospetto che una tale accusa nasconda talvolta una inconfessabile opposizione nel merito dei provvedimenti.
Legambiente ritiene che questo sia il momento del coraggio e della coerenza: la realizzazione del BRT e il raddoppio dell’ascensore inclinato segneranno la nascita di un trasporto pubblico moderno e attrattivo che Frosinone non ha mai avuto, in grado di rappresentare una svolta per una città che voglia contrastare il declino economico e demografico e proiettarsi nel futuro salvaguardando il bene primario della salute dei suoi abitanti. È sbagliato vedere questa realizzazione come una limitazione della libertà di movimento: al contrario, il rafforzamento del TPL, così come le piste ciclabili, rappresenta un ampliamento dell’offerta di mobilità che fino ad oggi ha visto l’auto privata come unica opzione praticabile. Quanto alle critiche sulla scelta tecnica della metro leggera di superficie, è in verità possibile che non si tratti dell’opzione più consona a una città delle dimensioni di Frosinone caratterizzata da un caos urbanistico che rende problematico qualunque intervento in tema di mobilità; tuttavia, non possiamo per questo rassegnarci all’inerzia, anche perché il ventaglio delle possibili alternative al BRT è ristretto e nebuloso, mentre l’opportunità in ballo con i finanziamenti già concessi per l’opera che ci si accinge a realizzare è troppo ghiotta per lasciarla cadere. Sono e saranno possibili, anzi in qualche caso necessari, degli aggiustamenti al percorso, alle previste limitazioni alla sosta e/o alla viabilità per mitigare eventuali criticità oggettivamente accertate, purché le modifiche non incidano negativamente sui tempi di percorrenza e sulla frequenza di passaggio del mezzo elettrico, la cui certezza è necessaria per attrarre l’utenza.
Relativamente ai parcheggi, occorrerà ragionare sulla base di una mappatura completa delle aree di sosta esistenti che comprenda anche quelle dei privati, in primis i parcheggi della grande distribuzione, che tramite opportuni accordi potranno essere condivisi con chi vorrà lasciare l’auto e salire sul mezzo pubblico.
Insomma, gli inevitabili malumori e i prevedibili disagi iniziali non giustificano una marcia indietro. Piuttosto, sarà bene accompagnare il bastone del disincentivo all’uso dell’auto privata con la carota di politiche tariffarie e altre opportune misure premianti che rendano realmente competitiva e vantaggiosa la scelta di muoversi con il mezzo pubblico. Su questo sarà però necessario investire risorse adeguate.
Invitiamo la totalità degli amministratori comunali di Frosinone ad una presa di consapevolezza che l’innovazione del sistema dei trasporti può contribuire a modernizzare una città che già paga lo scotto pesantissimo di uno sviluppo urbanistico infelice. E a non guardare il disagio immediato ma il vantaggio futuro per la popolazione in termini economici, di vivibilità, di qualità ambientale e salubrità.” Lo evidenzia Stefano Ceccarelli
Presidente, Circolo Legambiente “Il Cigno” di Frosinone APS