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Frosinone, l’Egato 5 a Bruxelles per parlare di conservazione e valorizzazione delle risorse idriche

“Un contributo importante alla riflessione sulla gestione del servizio idrico integrato e sul futuro dello stesso. È quello che l’Egato 5 “Lazio Meridionale” di Frosinone ha portato al convegno europeo sulla conservazione e valorizzazione della risorsa idrica, promosso dall’eurodeputato Nicola Procaccini, che si è tenuto, giovedì scorso 5 dicembre, a Bruxelles presso la sede del Parlamento europeo.

Un intervento apprezzato e seguito con attenzione. La gestione del servizio idrico in Ciociaria – è scritto in una nota stampa – è divenuto un ‘caso di scuola’ che ha permesso di analizzare e focalizzare le criticità e le potenzialità del settore. È stato il dirigente responsabile dell’Egato 5, l’ingegner Luigi Urbani, a relazionare ai presenti sull’attività e sul ruolo degli enti di governo degli ambiti territoriali ottimali entro cui è organizzato il servizio.
Oltre una disamina dei vari attori che intervengono nella gestione idrica, Urbani ha illustrato l’importanza e la peculiarità del ruolo che riveste l’Egato nelle varie funzioni di programmazione, coordinamento e controllo, quale elemento mediano tra gli enti locali e le infrastrutture (reti e impianti) e i concessionari (gestori del servizio) cui spettano manutenzioni e investimenti.

Un’attività – prosegue la nota stampa – che vede centrale il tema della tariffa del servizio idrico, chiamata a garantire l’equilibrio economico, ma anche l’efficienza, efficacia e la sostenibilità dello stesso servizio. L’intervento di Urbani ha fatto emergere le situazioni tipo, in cui, le necessità a cui va fatto fronte trovano con difficoltà risposta nelle risorse raccolte dall’utenza, con il fine di soddisfare le esigenze reali dell’ambito gestito.

La relazione tenuta dall’ingegner Urbani è stata una sintesi efficace dell’ottimo lavoro fatto da tutta la squadra dell’Egato 5 di Frosinone, che ha analizzato dati, situazioni, vicende della gestione idrica ciociara, divenuta un caso tipo da cui trarre insegnamento.
Uno scenario che è stato così in grado di far emergere le criticità degli attuali modelli di gestione, con i loro limiti (in chiave di necessità attese e risorse disponibili) e valori.

Si è posto l’accento sull’importanza della ‘distrettualizzazione’ del servizio (ovvero la suddivisione della rete in distretti omogenei e territorialmente raccolti, al fine di migliorare la gestione e la manutenzione della rete), pur nella consapevolezza che tale tecnica “resta pur sempre uno strumento di gestione ma mai uno strumento per la riduzione delle perdite dirette derivanti dallo stato fisico delle reti”.

Convinti che solo “la ridefinizione degli ambiti territoriali ottimali potrebbe garantire il reale equilibrio per la sostenibilità del servizio idrico integrato e le migliori condizioni per la collettività”. 

“Con i dati economici estrapolati – ha sintetizzato in conclusione Urbani – si può affermare, senza timore di alcuna smentita, che potenzialmente la tariffa potrebbe coprire solo il 40% degli interventi sull’idrico qualora la quota parte fosse tutta ivi destinata. Stante l’attuale situazione, è impossibile oggettivamente raggiungere gli obiettivi di efficienza, efficacia e economicità di cui si è detto in precedenza”.