L’influenza arriva in anticipo e a farne le spese sono i bambini: febbre fino a 40
opo due anni vissuti all’ombra del Covid, l’influenza stagionale è tornata e sembra proprio volersi riprendere il ruolo di protagonista, anche con una certa impazienza: “Ci aspettavamo che sarebbe stata un’ondata particolarmente violenta ma pensavamo che sarebbe arrivata un po’ più tardi. Rispetto alle previsioni stagionali invece è in anticipo”, ha dichiarato alla Dire Valentina Grimaldi, pediatra e membro del Consiglio direttivo dell’Omceo Roma.
I BAMBINI I PIÙ COLPITI
A fare le spese di questo ritorno sono soprattutto i bambini in età prescolare, “da sempre i più esposti perché hanno meno difese, tanto che nella fascia di età 6 mesi – 6 anni la Regione Lazio ha messo a disposizione la vaccinazione gratuita a partire da inizio ottobre ed è qualcosa che consiglio assolutamente”, ha proseguito la pediatra. In effetti, i sintomi influenzali presentati dai bambini, con tossi, raffreddori e febbri anche molto alte, possono spaventare non poco i genitori, che in molti casi tendono a recarsi subito appena insorge la febbre dai pediatri o addirittura al pronto soccorso. “È normale che una febbre anche a 39-40 crei spavento nei genitori, ma vorrei ricordare che da sempre l’influenza nei bambini si esplicita in questa maniera e dopo 2-3 giorni di ‘febbrone’ i bambini si riprendono”, ha commentato Grimaldi.
ASPETTARE CHE IL VIRUS FACCIA IL SUO CORSO
E di fronte a studi medici affollatissimi e pronti soccorso pieni, l’invito della pediatra a “tranquillizzarsi e razionalizzare: con l’influenza, la soluzione è aspettare che il virus faccia il suo corso. Non si può pensare che ci sia un rimedio ‘magico’ contro la febbre e l’influenza già nelle prime 2-3 ore dall’inizio dei sintomi. Pertanto è bene contattare il pediatra, seguire i suoi consigli e fare la visita nelle modalità abituali, senza urgenza, se non in casi particolari come ad esempio nei bambini molto piccoli, sotto i 3 mesi di vita, o in pazienti con particolari criticità”. Niente panico, quindi, o meglio, come ha detto la dottoressa Grimaldi, “niente ‘fever phobia’”, la ‘fobia’ della febbre che sembra essersi diffusa fra i genitori dopo i due anni di pandemia. “Questi anni hanno creato molte preoccupazioni e paure e tanti genitori temono chissà cosa si nasconda dietro una febbre, ma- ha ribadito- ricordiamoci che i bambini hanno da sempre questo tipo di sintomi in corso di influenza stagionale“.
Per trattare l’influenza i farmaci da utilizzare sono quelli “antipiretici, per abbassare la febbre e alleviare il disconfort conseguente, e quelli sintomatici per curare i sintomi respiratori, spesso associati anche se il rimedio migliore rimane quello di prevenire con il vaccino”. Per quanto riguarda gli antibiotici, invece, “sono da prendere se si sviluppano complicazioni batteriche come otiti o bronchiti, ma sempre solo sotto prescrizione medica, anche perché l’antibiotico non è un antivirale e non serve a far abbassare la febbre”. In ogni caso, l’appello della dottoressa Grimaldi ai genitori rimane quello di usare il buon senso e non allarmarsi: “Noi pediatri siamo in affanno e stiamo cercando in tutti i modi di garantire la massima assistenza, ma è importante non farsi prendere dall’ansia verso la malattia”, ha concluso.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it