Tumori, online la mappa dei centri migliori dove curarsi
“Dove mi curo?”. La Rete oncologica pazienti Italia (Ropi) ha realizzato una mappa dei migliori centri italiani per le operazioni al cancro. Stando agli esperti, maggiore è il volume di interventi di chirurgia oncologica che una struttura effettua in un anno e più alta è la qualità e l’efficacia delle cure. Lo studio raccoglie i dati aggiornati delle strutture dove si registrano i maggiori volumi per 17 diverse neoplasie. Nelle top ten dei centri per numero interventi in testa Lombardia, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna.
Il Nord è stabilmente in testa e supera i volumi soglia per gli interventi su tutte, o quasi tutte, le 17 neoplasie. Sono quattro le Regioni in testa nella top ten italiana dei centri che registrano il maggiore volume di interventi di chirurgia oncologica: Lombardia, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna. Al Sud, invece, solo 3 Regioni si avvicinano a coprire tutte le principali patologie nella top ten nazionale: Sicilia, Campania e Puglia. Per questo, è ancora forte la ‘migrazione‘ sanitaria verso il Nord, con oltre 24mila pazienti costretti a muoversi ogni anno.
Secondo la classifica, per il tumore alla mammella al primo posto c’è l’Istituto europeo di oncologia (Milano) davanti al Policlinico universitario Gemelli (Roma) e l’Istituto Humanitas (Rozzano). Per il tumore al polmone al primo posto l’Azienda ospedaliera S. S. Andrea (Roma) davanti a Istituto europeo di oncologia (Milano) e Policlinico universitario Gemelli (Roma). Per il tumore dello stomaco in testa il Policlinico universitario Gemelli (Roma) poi Irccs San Raffaele (Milano) e Ospedale San Giovanni Battista Molinette (Torino). Per il tumore del colon davanti a tutti il Policlinico universitario Gemelli (Roma) poi Irccs Policlinico S. Orsola (Bologna) e Azienda ospedaliero universitaria pisana (Pisa). Infine per il tumore della prostata è in testa l’Azienda ospedaliera Careggi (Firenze) davanti all’Istituto europeo di oncologia (Milano) e la Casa di cura Pederzoli (Peschiera Del Garda).
l ministro della Salute Orazio Schillaci ha detto che con la mappa della Ropi “si lancia un forte segnale di trasparenza e informazione verso i cittadini” ma è necessario “superare il gap tra Centro-Nord e Sud del Paese, del quale ancora ci parlano i dati della mobilità sanitaria in particolare in tema di assistenza oncologica”. L’indicazione è quella di rivolgersi ai centri con i maggiori volumi e puntare a un sistema “nel quale gli interventi chirurgici si concentrino nelle strutture altamente specializzate, con il numero di casi maggiore e gli esiti migliori”.
La scelta del luogo di cura, conferma infatti la presidente Ropi Stefania Gori, “può fare la differenza nel trattamento dei tumori. I dati confermano una forte associazione tra volumi di attività chirurgica più alti e migliori esiti delle cure”. Ed i dati resi noti da Ropi, in termini di sopravvivenza, lo dimostrano: per il tumore ovarico, ad esempio, la sopravvivenza a 3 anni è del 65% se l’intervento è effettuato in strutture specializzate, ma cala al 44% in quelle con un volume di interventi sotto la soglia minima.