Produzione e trasformazione dei prodotti bufalini, un successo il convegno promosso dalla Fondazione Bio Campus

Quattromila abitanti e quindicimila bufale, e no, non intendiamo le fake news. Questi sono i numeri di Amaseno, paese in cui si produce la miglior mozzarella di bufala del basso Lazio e non solo, eccellenza tutta ciociara che vanta il marchio Dop. Proprio ad Amaseno, nei giorni scorsi, c’è stato il convegno sul tema “Produzione e trasformazione dei prodotti bufalini” promosso dalla Fondazione Bio Campus, Istituto Tecnologico Superiore che opera nelle province di Frosinone e Latina.

Dopo l’avvio, lo scorso ottobre, del corso di alta specializzazione nel comune tra gli Ausoni e i Lepini, l’incontro formativo è stato l’occasione per tracciare un bilancio sui primi mesi di attività e al tempo stesso per delineare linee d’azione futura che tengano conto dei mutamenti del settore. L’evento ha riscosso grande successo con la partecipazione non sono degli allievi del corso, ma anche di molti operatori delle oltre 150 aziende agricole che producono latte di bufala nella Valle d’Amaseno.

A fare gli onori di casa, in una sala, quella del ristorante “Le Fontanelle”, stracolma di persone, il sindaco Antonio Como, molto soddisfatto dell’operato del Bio Campus nel suo paese. Per il primo cittadino investire sui giovani equivale ad investire sul futuro e farlo nel nostro territorio acquisisce ancora più valore.

«Quello della zootecnia bufalina è un settore in costante crescita, mentre il processo di trasformazione del latte è ancora poco sviluppato per via della scarsa formazione, riscontrabile soprattutto tra i giovani. Ecco perché, accogliendo le esigenze delle aziende del territorio, abbiamo lanciato, qui ad Amaseno, il percorso formativo che, al termine dei due anni, tra lezioni in aula e stage in azienda, porterà alla creazione della figura del “Tecnico della produzione e trasformazione dei prodotti bufalini”» ha dichiarato Carlo Picchi, presidente del Bio Campus Academy e direttore della Coldiretti di Frosinone e Latina, aprendo il convegno.

In questo momento storico sta crescendo notevolmente l’imprenditoria giovanile nella Valle di Amaseno: è l’ora del passaggio di testimone per tutte quelle aziende agricole che, da generazioni, producono latte di bufala di ottima qualità. Dati alla mano, il 30% di queste imprese è gestito da under 40, con un incremento del 15% negli ultimi tre anni.

«Il nostro obiettivo – ha proseguito il presidente Picchi – è quello di puntare sulla formazione dei giovani per andare incontro alle nuove esigenze professionali del mercato, creando gli imprenditori agricoli di domani».

E di imprenditori agricoli si occupa da sempre Coldiretti: a rappresentare tutti loro, tra i relatori del convegno, Vinicio Savone. Raccontando ai giovani allievi la sua esperienza diretta, il presidente della Coldiretti di Frosinone ha focalizzato l’attenzione sull’importanza dell’opportunità che è stata data loro frequentando il corso del Bio Campus. «Noto con piacere come negli ultimi anni si sia sviluppata una consapevolezza del tutto nuova dell’agricoltura: c’è stata una vera e propria presa di coscienza da parte delle nuove leve del settore. Voi giovani avete compreso di essere gli attori protagonisti del passaggio generazionale in atto e grazie ai corsi di formazione dell’ITS Bio Campus state lavorando in questo senso» ha detto Vinicio Savone concludendo con un invito: «Siate curiosi, non perdete mai la voglia di studiare, di imparare e di mettervi in gioco che vedo ora nei vostro occhi!».

Ma al Bio Campus la formazione dei ragazzi corre di pari passo tanto con le esigenze manifestate dai territori quanto con le mutate urgenze ambientali cui corrispondono, su scala regionale, nazionale ed europea, nuove normative e standard qualitativi sempre più elevati.

Proprio a questo proposito, prima della conclusione della serata, ci sono stati gli interventi dell’agronomo Simone D’Ambrosio e del veterinario Giovanni Turriziani, entrambi docenti del corso “Tecnico della produzione e trasformazione dei prodotti bufalini” con sede ad Amaseno.

Per D’Ambrosio, che è anche coordinatore del corso, l’obiettivo di creare gli imprenditori agricoli di domani non può prescindere da tutte quelle certificazioni aziendali, di sistema e di prodotto, che aiutano a semplificare le procedure organizzative, a standardizzare e automatizzare i processi, razionalizzando le attività e ottimizzando tempi e risorse.

«Quando ho creato il team di docenti qualificati per il percorso su Amaseno – ha detto l’agronomo – l’ho fatto partendo dalle necessità di miglioramento e aggiornamento che il territorio richiedeva. Le stesse materie, l’una propedeutica all’altra, sono studiate in modo da creare figure professionali con le adeguate competenze tecnico-pratiche per fronteggiare le sfide attuali e future di un settore, come quello bufalino, in costante evoluzione».

Al pari della produzione del latte infatti, che si aggira intorno ai quarantamila litri al giorno, solo nella Valle di Amaseno, gli allevamenti oggi stanno diversificando la loro produzione grazie agli annutoli, i vitelli di un anno, la cui carne, a basso contenuto di grassi, ha ottime proprietà organolettiche. In questo senso, gli allevatori nostrani stanno investendo molto sul benessere animale, ad esempio attraverso l’installazione di impianti per la nebulizzazione dell’acqua o delle spazzole rotanti per massaggiare le bufale nelle stalle. Proprio di benessere e sanità animale ha parlato il veterinario Giovanni Turriziani: «Oggi non si può prescindere dai nuovi regolamenti che, dal “Pacchetto Igiene” del 2004 in poi, hanno traslato la responsabilità delle produzioni dalle Asl agli operatori del settore».

Passando in rassegna alcuni regolamenti dell’Unione Europea, come il 429 del 2016 sulla sanità e il benessere animale e il 625 del 2017, relativo ai controlli ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, Turriziani ha chiarito che la qualità delle produzioni del settore agricolo-bufalino oggi è sempre più connessa non solo al rispetto delle normative vigenti, ma anche all’ambiente: le nuove urgenze climatiche impongono un cambio di prospettiva per proseguire nella giusta direzione.

E lungo la direzione, tracciata dai nonni prima e dai genitori poi, gli imprenditori agricoli di domani, grazie ai corsi del Bio Campus Academy, possono proseguire coniugando tradizione, studio e innovazione. Sulla scia del successo dell’incontro ad Amaseno, specchio della grande partecipazione al corso di studi promosso dall’ITS, proseguiranno altre tappe formative nel territorio. Ad assicurarlo il presidente Carlo Picchi.