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Egaf va avanti, il Comune Fiuggi rinuncia allo sospensiva

La temuta camera di consiglio in cui i giudici amministrativi del Tar di Roma avrebbero dovuto decidere in merito alla sospensiva degli atti assunti dalla Giunta regionale del Lazio, che hanno consentito la costituzione e l’avvio dell’attività dell’Egaf,  ha fatto registrare la rinuncia da parte del ricorrente L’Egato Ambiente Frosinone, quindi, sin  quando non si entrerà nel merito della questione, andrà avanti.

Le contestazioni mosse  dal Comune di Fiuggi essenzialmente vertono sulla possibilità che la giunta regionale, poiché dimissionaria, non avrebbe  potuto assumere atti ritenuti ‘discrezionali’.  Così come la carenza di trasparenza e motivazione nella determinazione delle quote di rappresentanza dei vari comuni, ma purela carenza di elementi informativi nella convocazione dei sindaci.  

Come anticipato nel ricorso e nella memoria del 1° aprile – evidenzia il sindaco Baccarini – il Comune di Fiuggi si è determinato a proporre motivi aggiunti anche al fine di impugnare l’atto della Regione (n. 5758 del 9.2.2023 – “DEC 4 DEL 10/02/2023”), depositato in giudizio dalle controparti il 17 febbraio 2023″.

“L’atto dei motivi aggiuntivi – aggiunge – sarà notificato entro il 18 aprile 2023 e depositato entro il 22 aprile 2023. Anche alla luce di ciò, in data odierna, si è dichiarata la sopravvenuta carenza d’interesse all’istanza cautelare – allo stato e con riserva di sua riproposizione – tenuto anche conto che con il suddetto atto la Regione Lazio ha dichiarato di rettificare l’impugnata proprio alla luce di alcuni motivi del ricorso (2, 6 e 7) la cui fondatezza è stata ammessa in giudizio dalla stessa Regione e da Egaf. La riprova – conclude – è che le tesi del comune di Fiuggi erano e restano valide anche in ordine al giudizio di merito a tutt’oggi pendente.  Su questa partita non molleremo di un centimetro”.

Ma perdl’avvocato nell’Egaf le cose stanno diversamente. La Giunta del Lazio – evidenzia Francesco Scalia – non ha fatto altro che dare attuazione a un preciso programma puntualmente definito nei contenuti e nei tempi dalla legge regionale. Il carattere doveroso dell’attività posta in essere – rimarca –  esclude in radice la configurabilità del vizio di eccesso di potere”.   Il legale, quindi, ha depostito un ricorso di ben trenta pagine per smontare le tesi sostenute dal ricorrente, evidenziando come le contestazioni mosse siano prive di fondatezza.