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Frosinone, Maggioranza ‘risicata’ per Mastrangeli: i ‘suoi’ gli voltano le spalle e abbandonano l’aula

Tanto tuonò che piovve. Quella cena ‘carbonara’ di cui avevamo scritto lo scorso 31 maggio era solamente l’antipasto di un vero e proprio terremoto politico. Quello che si è consumato ieri sera nel corso del Consiglio comunale convocato per approvare il nuovo piano rifiuti cittadino.

A mandare un segnale inequivocabile al sindaco Mastrangeli e alla sua Giunta sono stati i consiglieri comunali Giovanni Bortone, Pasquale Cirillo, Anselmo Pizzutelli e Maurizio Scaccia. I quattro esponenti di maggioranza, infatti, hanno preso parte al Consiglio ma al momento del voto, in maniera plateale, si sono alzati dagli scranni ed hanno abbandonato l’aula: per loro quel progetto nasconde ‘insidie’. A prescindere da ciò, hanno fatto capire a chiare note che l’azione condotta dal primo cittadino e dal suo esecutivo non tiene conto delle osservazioni dei cittadini, di cui loro si fanno portavoce: dalle piste ciclabili ai lavori pubblici bloccati, passando per la cura del verde e il decoro urbano.

Mastrangeli, a loro avviso, anche se non lo dicono apertamente, terrebbe conto, nelle sue azioni amministrative, solo di una sorta di ‘cerchio magico’ che ruota intorno alla sua persona, malconsigliandolo.

Tornando a ieri sera, oltre ai quattro ‘ribelli’, sono risultati assenti anche Maria Antonietta Mirabella (altra partecipante alla famosa cena), Mario Grieco, Alessia Savo, Teresa Petricca e Giovanbattista Martino. E se per la Savo la giustificazione sarebbe quella di una sua presenza istituzionale a Roma, resta da chiarire il motivo della non presenza in aula degli altri consiglieri.

Di certo c’è che la maggioranza Mastrangeli stavolta ha vacillato pesantemente, visto che il piano rifiuti ha ottenuto solamente 13 voti favorevoli.

Il prossimo (fondamentale) banco di prova sarà il Consiglio Comunale per l’approvazione del Bilancio. Se anche il quell’occasione si verificherà una situazione di voti contrari o assenze strategiche, il sindaco dovrà prendere atto che i numeri non sono più quelli di inizio mandato. Con il rischio concreto di un ‘tutti a casa’ prima del tempo. Ecco perché, stando ai rumors politici, il primo cittadino (o chi per lui) starebbe lavorando sotto traccia per traghettare alla sua corte alcuni componenti della minoranza. Un’azione che viene già etichettata come un vero e proprio tradimento politico da coloro che lo hanno sostenuto.