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Servizio idrico a pezzi e dispersione: Ciociaria “maglia nera” in Italia con percentuali da incubo. Le colpe di Acea

Agli ultimi posti in Italia come percentuale di dispersione idrica: Frosinone e provincia collezionano un altro primato negativo, stavolta in un settore nevralgico come quello della distribuzione dell’acqua potabile. Secondo le più recenti stime dell’Istat, infatti, in Ciociaria si raggiunge una punta pari all’80% di acqua dispersa per colpa di una rete vecchia sì, in molti casi molto vecchia, ma che risente anche di una deficitaria manutenzione, dell’assenza di interventi strutturali, di lentezza, ritardi e mancanza di programmazione (a Milano tale percentuale è solo del 13.5%).

Male anche a livello regionale: la maglia “grigia” di regione meno virtuosa la indossa l’Abruzzo con una dispersione del 56%, seguita da Umbria (55%), Sicilia e Sardegna (51%) e, appunto, il Lazio che con il 53% di dispersione è al quinto posto di questa poco onorevole classifica nazionale. Ovvio che si tratta di problemi vecchi di decenni, e anche di più, ma è oggi che i cittadini devono subirli, in tutta Italia come nel Lazio e come, ovviamente, in Ciociaria, dove si scontano anche le carenze dell’attuale gestore, quell’Acea che da 20 anni “amministra” le nostre reti idriche.   

La situazione in provincia di Frosinone

Guasto improvviso all’adduttrice, mancata tensione in arrivo da parte del fornitore esterno, lavori di manutenzione (più o meno programmati), rottura di condutture: sono questi gli avvisi che piovono dalla società Acea, che dal 2003/2004 gestisce il servizio in Ciociaria, sulla testa dei cittadini e con i quali da anni, e con sempre maggiore frequenza, la popolazione della provincia di Frosinone deve fare i conti.

Che la rete idrica ciociara faccia acqua da tutte le parte è purtroppo fatto notorio. Ma mai si erano raggiunti i livelli dell’ultimo periodo, segnato com’è da ripetute interruzioni del flusso idrico con gravissimi disagi per i cittadini-utenti. Solo per fermarci all’ultimo caso in ordine di tempo, è dell’altro ieri lo stop all’erogazione dell’acqua in cinque comuni (Ferentino, Alatri, Serrone, Alvito e Arce) privati del servizio per ore ed ore, se non intere giornate, e con il coinvolgimento anche di strutture scolastiche, costrette a bloccare l’attività.

Una situazione molto deficitaria, volendo essere benevoli, quella della gestione della rete idrica in Ciociaria da parte di Acea che, come detto dal 2003/2004, è responsabile del Servizio Idrico Integrato in 86 Comuni della provincia (parliamo dell’Ato 5 – Lazio meridionale – Frosinone).

E a fronte di un quadro tanto desolante e a tinte a dir poco fosche, gli investimenti languono assomigliando più a “toppe” per tirare avanti che a interventi strutturali e risolutivi. Una situazione resa ancora più difficile dalla vetustà della rete idrica, sulla quale, come detto, da anni e anni non vengono eseguiti lavori per la sostituzione di tubature vecchie di decenni se non di secoli. A parte, va ribadito, le “toppe” messe qua e là al solo fine di tamponare un’emergenza che è ormai diventata cronica.

Il problema delle perdite idriche

Ed è proprio quello delle perdite idriche il tasto più dolente del problema. In Italia, secondo le più recenti stime dell’Istat, ci troviamo davanti ad una rete talmente vecchia, logora e deteriorata che 4,7 miliardi di metri cubi delle acque immesse negli acquedotti non arrivano nelle nostre case e si perdono strada facendo. Nel 2022, rivela sempre l’Istat nel suo ultimo report sull’acqua, sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia o città metropolitana; il che vuol dire il 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel 2018).

Ritmi lenti, burocrazia, sottovalutazione del problema hanno infatti fatto sì che oltre il 60% degli acquedotti abbia oltre 30 anni e il 25% abbia superato il mezzo secolo di storia. Una rete idrica colabrodo che contribuisce ad aggravare la drammatica situazione ambientale che si sta attraversando a livello globale.

Le regioni più virtuose, invece, si trovano tutte al nord ovest. In Val D’Aosta la dispersione idrica è inferiore al 22%, mentre a Bolzano si attesa al 25%. In Lombardia ci si ferma al 30% che diventa 36% in Piemonte. Bene anche Emilia Romagna (31%) e Marche (34%). In più di un capoluogo su tre si registrano perdite totali superiori al 45%. Le condizioni di massima criticità, con valori superiori al 65%, sono state registrate a Siracusa (67,6%), Belluno (68,1%), Latina (70,1%) e Chieti (71,7%).

Danilo Del Greco

Giornalista dei quotidiani online LaProvinciaFrosinone.it e TuNews24.it e del settimanale cartaceo Tu News, iscritto all'Ordine dei Giornalisti Professionisti dal 1997, ha lavorato a lungo presso il quotidiano Ciociaria Oggi, sia nell'edizione cartacea che web. Altre esperienze nel settore televisivo, radiofonico e dei free press. Ha frequentato corsi di specializzazione a Rimini (Web Marketing festival) a Milano presso Il Fatto Quotidiano e a Roma con Salvatore Aranzulla.