Intervista a Giorgio Benvenuto: “La sinistra improvvisa, ha dimenticato il suo compito”

L’occasione è stata la presentazione del libro “Una storia di Eresie e Scommesse”, scritto da Antonio Maglie e Marco Zeppieri, un volume prezioso che narra la storia degli ultimi decenni del secolo scorso attraverso il rapporto tra il sindacato e i partiti. L’incontro, organizzato dalla Fondazione Biondi condotta magistralmente da Luigi Canali, è stato molto interessante. Con uno degli autori, Zeppieri, c’erano l’on. Alberto Volponi, lo storico Ermisio Mazzocchi e il presidente della fondazione “Bruno Buozzi”, cioè Giorgio Benvenuto, un sindacalista molto importante, giornalista e politico. Uno dei principali protagonisti di quegli anni. Un’occasione straordinaria per approfondire alcuni aspetti centrali del momento che viviamo.

Giorgio Benvenuto – Segretario generale della Uilm dal 1969 al 1976, ha fondato con Pierre Carniti e Bruno Trentin la Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM) nel 1972. Nel 1976, dopo il repubblicano Raffaele Vanni, è stato Segretario Generale della UIL, dove è rimasto fino al 1992 quando è stato nominato Segretario Generale del Ministero dell’economia e delle finanze.

È stato vicepresidente della Federazione Europea dei Metalmeccanici (1971-1976) e Vice Presidente della Confederazione Europea dei Sindacati (1978-1981; 1987-1990). È stato consigliere del Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (CNEL) dal 1981 al 1991.

A maggio 1985 è stato insignito dell’onorificenza di Gran Oficial de la Orden de Mayo dal Presidente Argentino Raul Alfonsin e il 4 maggio 1990 del titolo di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica.

Anche la sua attività politica è stata molto importante:

L’11 febbraio 1993 Benvenuto è stato eletto segretario del Partito Socialista Italiano. Ha sostituito Bettino Craxi dopo i drammatici e ben noti fatti che ne connotarono la fine della sua storia politica in Italia. Rimase in carica solo 100 giorni. Sostenne la riforma elettorale articolata sul doppio turno alla francese realizzando un accordo con Achille Occhetto e Carlo Vizzini. Messo in minoranza dai gruppi parlamentari del PSI si dimise dall’incarico.

In seguito è stato parlamentare e oggi non indietreggia pensando a un nuovo partito, il “Partito d’Azione”.

Benvenuto lei è stato uno dei protagonisti dell’autunno caldo e di una serie di stagioni sindacali molto importanti per il nostro Paese. Cosa pensa della fase attuale? Per esempio la cosiddetta Triplice negli ultimi tempi si è divisa di nuovo. La Cisl da una parte, Cgil e Uil dall’altra. In generale il protagonismo del sindacato risulta molto ridotto dai suoi tempi ad oggi.

La cosa più antipatica per uno che è stato sindacalista è dare dei giudizi sull’attività sindacale. Io penso che oggi il sindacato ha un’occasione straordinaria. Perché c’è una crisi nei partiti, c’è una crisi nel Paese. La gente sente propaganda e non sente proposte serie di riforma, non ha uno scenario completo di riferimento. Quindi penso che il sindacato che è ancora presente e seguito, che è efficiente nei servizi, non dovrebbe perdere questa occasione per spingere il Paese a non avere paura.

Si riferisce soprattutto alla crisi della sinistra mi sembra di capire

Io vedo la sinistra che balbetta. Che cade continuamente nelle trappole che le vengono tese. Faccio un esempio, noi sentiamo dire dalla sinistra: “noi dobbiamo difendere i lavoratori, bisogna difendere le donne, bisogna difendere il Mezzogiorno ecc.”. Solo posizioni difensive. Noi viviamo in un momento di fortissime innovazioni tecnologiche, la globalizzazione è fallita, perché non si dice, abbracciando la sfida del futuro che: “dobbiamo valorizzare, il lavoro, dobbiamo valorizzare i giovani, dobbiamo valorizzare le donne, dobbiamo valorizzare il Mezzogiorno”, cioè la sinistra deve avere una visione del futuro e deve rappresentarla.

Una visione del futuro che la sinistra ha perso secondo lei

Abbiamo dimenticato che la parola “solidarietà” l’abbiamo inventata noi. La Chiesa diceva “carità” e noi dicevamo “solidarietà”. L’Umanesimo! Era una cosa della sinistra, oggi lo richiama il Papa. Ricordo questo non per tornare su cose del passato ma per sottolineare quanto certi concetti siano ancora attuali, un nostro patrimonio che abbiamo lasciato ad altri per sostituirlo con slogan estemporanei.

Dice che la sinistra, per tornare a incidere, dovrebbe rimpossessarsi di un patrimonio ideale che ha lasciato ad altri in sostanza

Dico che bisogna riprendere a prospettare un itinerario di riforme che, soprattutto, sono nella Costituzione. L’articolo 3 della Costituzione dice i diritti del popolo italiano e poi aggiunge: la Repubblica rimuova gli ostacoli che impediscono il godimento di quei diritti. Ecco, dico, invece di stare li a improvvisare c’è molto al giorno d’oggi da fare sulla via di un fattivo riformismo, ci sono tanti ostacoli da rimuovere affinché il popolo italiano goda dei diritti che sono contenuti ed elencati nella nostra Costituzione. E poi un altro esempio: la sinistra è dialogo, è coinvolgimento. Non è un tweet, non è un social.

Ma all’inizio del nostro discorso aveva fatto riferimento all’innovazione tecnologica…

In tutt’altro senso. I giovani oggi non devono aver paura delle nuove tecnologie, non possono aver paura dell’intelligenza artificiale. Occuparsi di queste cosa dal punto di vista politico non deve significare per la sinistra elencarne i pericoli. Queste tecnologie devono essere invece una spinta propulsiva straordinaria per lo sviluppo secondo una visione di giustizia sociale. Questo è il compito della sinistra. Noi dicevamo che i lavoratori dovevano resistere un minuto più dei padroni ma anche dovevano leggere un libro più di loro. Questo non cambia. La sinistra è progresso sociale. Per ottenerlo bisogna lottare ma anche essere competenti- Più competenti degli altri. Ecco, dobbiamo essere in grado di formulare una proposta per il futuro, che sappia coniugare le innovazioni con la giustizia sociale, l’effettivo miglioramento delle condizioni di vita.

Dario Facci

Giornalista, fotoreporter e videomaker. Suoi articoli sui quotidiani: L’Unità, La Repubblica, sui mensili Lo Stato delle Cose, Qui Magazine, Numero Zero, To Be, O. Ha lavorato presso le redazioni di RadioTeleMagia, RTM Televisione, TVN Televisione; ha condotto una trasmissione presso RadioDay. Ha diretto entrambi i quotidiani frusinati Ciociaria Oggi e La Provincia Quotidiano; coordinatore dell’edizione provinciale del quotidiano L’Opinione diretto da Arturo Diaconale; direttore del bimestrale di cucina professionale Accademia del Buongustaio; direttore del mensile Perté, del settimanale Perté Week e del quotidiano online Perté Online. Suoi articoli appaiono su TG24.info, sul quotidiano online TuNews24.it e sul settimanale cartaceo Tu News. È autore dei blog dariofacci.it e lacucinadellazio.com. Sue fotografie sono state pubblicate da giornali italiani ed esteri.