Ciociaria, una terra violenta? Il Vescovo: “Risposte deboli, come se non ci riguardasse…”
La sparatoria in pieno centro a Frosinone in mezzo alla gente del sabato sera, l’omicidio di Alatri dello scorso anno, altre sparatorie nel capoluogo nei mesi scorsi, un ragazzino massacrato di botte da un branco di bulli ad Anagni, scontri tra bande di giovanissimi. Solo la punta di un iceberg che nasconde un mondo di violenza, di disagio e anche di una diffusa ignoranza tra i più giovani.
Una situazione che genera sgomento tra la gente, abituata a sentirsi dire che tutto sommato abita una terra tranquilla… ovviamente se si paragona alle confinanti Roma o al casertano, accostamento che farebbe sembrare placidi paradisi il novanta per cento delle province d’Italia.
La realtà parla di un progressivo peggioramento delle condizioni di sicurezza, anche nei centri più piccoli, anno dopo anno. Paesi e campagne flagellati da orde di ladri che vessano per giorni la stessa zona rendendo insonni intere contrade. Un fatto che si ripete, continuamente, da anni.
La diffusione degli stupefacenti ormai data come un fatto scontato e ineluttabile e le relazioni sullo stato della giustizia che indicano, ormai da tempo, queste latitudini come meta di infiltrazioni mafiose, certo molto meno preoccupanti che nelle metropoli o nel casertano… ecc. ecc.
La droga ha invaso ormai ogni angolo, gli sballati o schizzati li trovi in giro continuamente. Non si è salvata alcuna realtà, neanche quelle più lontane dai grandi centri, anzi… qui la noia e il vuoto pneumatico peggiorano le cose.
A fronte di tutto questo la risposta che il sistema, tutto compreso, di questo territorio sembra troppo debole e distratta. Come se il problema non ci riguardasse davvero.
Sull’argomento è intervenuto il Vescovo delle diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e Anagni-Alatri, Mons. Ambrogio Spreafico, con delle parole che non concedono fraintendimenti.
“Le nostre città sono violente, il mondo è violento. Non possiamo accettare di condividere solo parole di insulto agli altri. Ognuno si deve prendere la responsabilità di essere pacificatore”.
“Di fronte a quel bar – ha detto Spreafico all’adn Kronos – non sono successe altre sparatorie ma scontri sì, altre volte. Il problema è che noi abbandoniamo la città a sé stessa, non ci prendiamo la responsabilità di capire che siamo in un mondo violento quindi accettiamo la violenza come un fatto normale, che non ci riguarda. In realtà, ci riguarda”. Mons. Spreafico estende la riflessione oltre la sua città: “120 femminicidi lo scorso anno, 20 quest’anno: non ci fanno pensare che forse c’è qualcosa che non funziona in tutti noi? Alla fine, chi si ribella alla violenza sui social? Io ho notizie continue di ragazzi, delle medie e delle superiori, che creano gruppi di contrasto, si picchiano, non è accettabile”
“Io credo che le nostre realtà – osserva ancora il Vescovo – cercano di fare capire che siamo in una società per cui o ci crediamo che costruiamo una cultura del vivere insieme, oppure andremo incontro a eventi di questo genere che si moltiplicheranno”.