Si apre tra due giorni il processo a Boni, la linea difensiva tesa alla completa estraneità ai fatti

Si apre tra due giorni, il 27 marzo, il processo a carico di Marco Boni, finito nei guai dopo la denuncia per atti a sfondo sessuale a suo carico di una addetta alle pulizie che operava negli uffici del Consiglio di Stato, a Roma, dove il supinese prestava servizio.

In seguito alla denuncia, la Procura di Roma fece scattare il codice rosso e Boni finì ai domiciliari nella sua casa di Supino. Provvedimento revocato in seguito dal Tribunale del Riesame e trasformato in Obbligo di Dimora. Contestualmente, in attesa degli esiti del giudizio, è stato sospeso dal servizio.

Il noto criminologo Gianni Spoletti, che fa parte del pool difensivo di Boni insieme all’Avv. Michele Chioccarole, ha annunciato una linea difensiva interamente impostata sulla completa estraneità del suo assistito ad ogni addebito. I rapporti tra l’indagato e l’addetta alle pulizie, secondo la difesa che avrebbe operato approfondite ricerche, si sarebbero limitati a un rapporto di confidenza tra i due mai sfociata negli atti denunciati o in qualche modo identificabili come rilevanti sotto il profilo penale.

Del resto Boni si è sempre difeso dichiarandosi completamente innocente, evidenziando il fatto che nello stesso piano dove lavorava ci sono altre stanze che ospitano dodici dipendenti, che nel suo ufficio opera un collega fisso e che nessuno avrebbe mai notato nulla di attinente alle accuse mosse a suo carico. In sostanza avrebbe sempre sostenuto di essere stato calunniato. Che si sappia al momento non ci sarebbero prove dei presunti gesti oggetto della denuncia.