Federlazio, le Pmi del Frusinate affrontano il 2024 con cautela nonostante i risultati positivi del 2023

Si è tenuta ieri pomeriggio la consueta presentazione dell’indagine congiunturale presso la Federlazio sede di Frosinone, alla presenza del consiglio direttivo dell’associazione.
L’evento ha visto la partecipazione del Presidente Nino Polito e del Commissario del Consorzio Industriale del Lazio prof. Raffaele Trequattrini.

La Federlazio, che da alcuni decenni analizza e rileva in maniera costante le capacità e le necessità delle aziende nell’affrontare le sfide e ottenere risultati di crescita, ha effettuato, tra febbraio e aprile di quest’anno, la sua consueta indagine periodica presso le PMI del Lazio.
Tale lavoro, sostenuto dal contributo della Camera di Commercio di Roma, è stato realizzato, in particolare, per verificare se e in quale misura si stia consolidando una stagione di rilancio e rinnovamento del sistema imprenditoriale del nostro territorio e per individuare i bisogni e le necessità delle PMI nel loro percorso di sviluppo.
L’indagine è stata condotta mediante questionario on-line rivolto a un campione di 500 imprese. Il report si riferisce agli andamenti dell’intero arco dell’anno 2023 e alle previsioni riguardanti il 2024.
Dalla ricerca condotta è emerso che la maggior parte delle aziende del Lazio ha registrato risultati positivi nel 2023, superando leggermente quelli del 2022. Tuttavia, le previsioni per il 2024 suggeriscono prudenza, con molte imprese che puntano a mantenere i livelli di attività e ricavi dell’anno precedente.
Il 2023 ha dimostrato la solidità del tessuto imprenditoriale regionale, evidenziando la capacità di innovazione e reazione delle imprese locali, rafforzatesi nonostante le difficoltà della pandemia e altri eventi turbolenti degli ultimi anni. Già nel 2022, le PMI del Lazio avevano sorprendentemente ottenuto performance positive, nonostante le preoccupazioni per gli eventi bellici in Ucraina, l’aumento dei costi energetici e le difficoltà nel reperimento di materie prime.
I dati dell’indagine indicano che gli investimenti in digitalizzazione e sostenibilità hanno permesso alle imprese di mantenere la competitività. Questo approccio proattivo si è riflesso anche nell’assunzione di nuovo personale. Tuttavia, in un contesto di generale solidità, è aumentato il numero di aziende in equilibrio instabile, a causa della riduzione dei consumi, della crescita dell’inflazione, dell’aumento dei prezzi delle materie prime e semilavorati, dei tassi di interesse, e delle difficoltà di accesso al credito. Il quadro internazionale complica ulteriormente il contesto, a causa del protrarsi degli eventi bellici in Ucraina, in medio Oriente e nel Mar Rosso.
Questi fattori rappresentano delle incognite negative per il futuro e spiegano l’atteggiamento cauto degli imprenditori riguardo ai risultati del 2024. Nonostante la capacità di resistenza che mantiene molte imprese stabili, i rischi crescenti generano preoccupazione.
I timori maggiori riguardano il mercato privato interno e internazionale, mentre c’è fiducia nelle commesse pubbliche e nei progetti legati al PNRR e al Giubileo 2025. È cruciale che gli stakeholder istituzionali agiscano in modo coordinato per realizzare gli obiettivi del PNRR e completare gli investimenti programmati.
Il coraggio e l’impegno degli imprenditori, che continuano a investire e innovare, rappresentano un patrimonio fondamentale per il sistema socio-economico del Lazio. In questo contesto, rappresenta una grande opportunità l’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione, firmato tra il Governo e la Regione Lazio, che promette oltre 1,2 miliardi di investimenti nei prossimi tre anni in settori chiave come trasporti, infrastrutture, ambiente, competitività delle imprese, cultura, riqualificazione urbana e transizione energetica.

DATI DI CONTESTO
Il quadro economico nazionale
Dopo un 2022 che si è chiuso con risultati fortemente positivi e addirittura migliori rispetto alle previsioni, il 2023 ha fatto ancora registrare una leggera crescita economica grazie alla capacità del sistema delle imprese di far fronte ai fattori critici e di incertezza che si sono susseguiti nel corso dell’anno.
Bisogna però considerare che la traiettoria di crescita e rinnovamento che si era consolidata nel biennio 2021-2022 ha mostrato segnali di rallentamento nel corso dell’anno che si è concluso e che, in questi primi tre mesi del 2024, si sono accentuati i fattori di incertezza sia su scala globale sia sul mercato interno.
Tali fattori di criticità si sono manifestati in maniera particolare per le imprese che operano nei comparti industriali.
Il PIL, dopo il buon risultato del 2022, durante il quale si è attestato al 3,7%, valore superiore a quello UE (3,5%), nel 2023 raggiunge lo 0,9% (0,5% media UE), confermando un generale rallentamento della crescita economica rispetto al grande rimbalzo del biennio post-pandemico.
In un quadro piuttosto instabile vanno però considerati i primi effetti positivi degli investimenti pubblici connessi al PNRR e il buon andamento dell’intero comparto dei servizi, in particolare del turismo, che hanno contribuito a conseguire un risultato positivo del PIL nazionale anche in questo primo trimestre dell’anno. Quanto ai fattori che interessano il comparto industriale, gli indicatori evidenziano una situazione non del tutto positiva.
La produzione industriale in tutto il 2023 ha fatto registrare indici tendenziali negativi, ad eccezione del mese di gennaio, con andamenti in diminuzione fino ad aprile e una leggera ripresa tra maggio e giugno. Successivamente, e fino alla fine dell’anno, nel secondo semestre si è di nuovo innescato un processo di contrazione con una piccola ripresa congiunturale nel mese di dicembre, che comunque è stata inferiore a quanto si era verificato nello stesso periodo del 2022.
Va poi sottolineato che in questi primi mesi si sta registrando un ulteriore calo degli indici della produzione industriale.
Il fatturato delle imprese manifatturiere ha mantenuto una traiettoria di stabilità nel 2023, il 2024 si è aperto con indici in contrazione.
In sostanza, la situazione di complessiva stabilità del sistema economico nazionale è garantita, come già sottolineato, dalle buone performance del comparto dei servizi cha fa da contraltare alle difficoltà delle attività manifatturiere.
La bilancia commerciale del nostro Paese, che nel 2022, dopo molti anni aveva registrato un segno negativo, nel 2023 ritorna a essere positiva grazie al valore dell’export tornato ad essere superiore a quello delle importazioni. Tuttavia, va sottolineato che l’import e l’export hanno accusato rallentamenti che si sono manifestati soprattutto negli ultimi mesi a causa delle conseguenze degli attacchi Houthi sulle rotte commerciali nel Mar Rosso. Il primo bimestre del 2024 ha fatto segnalare un miglioramento della bilancia commerciale determinato da una notevole riduzione del valore delle importazioni (-9,7% rispetto allo stesso periodo del 2023) e da una tenuta dell’export (+0,8%).
Per quanto riguarda l’occupazione, la situazione di fine anno è positiva: nel quarto trimestre del 2023 gli occupati registrati dall’Istat sono risultati pari a 23,8 milioni, con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2022 di oltre 533mila unità, dato che corrisponde a un tasso del +2,3%, determinato soprattutto dall’aumento dei contratti a tempo indeterminato (+500.000), grazie anche alla stabilizzazione di rapporti di lavoro.
Si tratta di numeri che consolidano un trend positivo dell’occupazione che si era già manifestato nel biennio 2021–2022.
Sul fronte della Cassa Integrazione Guadagni, nel 2023 il numero di ore complessivamente erogate è stato di circa 400 milioni, a fronte dei 500 milioni del 2022 e del miliardo e settecento milioni del 2021, anno che risentiva ancora degli effetti della crisi sanitaria causata dal Covid-19.
Per completare il quadro di contesto è necessario considerare anche gli investimenti legati al PNRR. Da quanto emerge dai dati pubblicati da Open Polis in termini assoluti, a fine dicembre gli investimenti totali realizzati sono stati pari a circa 89,2 miliardi, sui 123,2 pianificati.

Il quadro economico regionale
Secondo le rilevazioni di fine anno elaborate da Banca d’Italia, l’andamento del PIL regionale risulta allineato a quello nazionale. In particolare, nel primo semestre del 2023 la crescita è risultata del +1,2%, mentre a fronte del rallentamento generalizzato che si è verificato nei mesi successivi, le stime indicano una chiusura intorno al +0,8%.
Il saldo tra le imprese nate e cessate nel 2023 è di +1,59% (+0,70% il dato nazionale) e ancora più consistente nella provincia di Roma (+1,91%).
Le esportazioni sono in contrazione: il valore complessivo dell’export regionale si è ridotto di 3,6 miliardi di euro nel 2023, mantenendosi comunque superiore a quello del 2021 di circa 900 milioni. Tale arretramento è dovuto soprattutto alla contrazione dei ricavi delle medie e grandi imprese.
Sul fronte occupazionale si confermano le traiettorie di miglioramento che si stanno consolidando ormai da tre anni. Nel 2023 il numero degli occupati risulta in crescita di circa 60mila unità, pari al +2,6%, di poco superiore alla media nazionale (2,1%). Crescono sia i contratti a tempo indeterminato, sia quelli a termine; diminuiscono leggermente gli autonomi.
La Cassa Integrazione Guadagni erogata nel 2023 è diminuita del 63%, e i dati mostrano una situazione completamente normalizzata dopo il biennio 2020-2021.

L’INDAGINE FEDERLAZIO IN PROVINCIA DI FROSINONE
Il saldo tra le imprese nate e cessate in provincia è del +0,79%, mentre le esportazioni dopo l’eccezionale sprint del 2022 sono diminuite del -9,4%. Sul fronte occupazione, gli addetti diminuiscono di 2.670 occupati pari al -0,7%, con un tasso complessivo per il 2023 del 55,5%; la Cassa Integrazione Guadagni pari a 10,6 milioni di ore aumenta del +0,1 %.
Le imprese che hanno registrato una crescita del fatturato sono il 44,4%; il 27,8% mantiene stabile il fatturato e il 27,8% non riesce a confermare i risultati ottenuti nel 2022, dichiarando una contrazione. Nella valutazione di questi dati che indicano un andamento in equilibrio, si deve constatare una significativa presenza di aziende in crescita, altresì una porzione pari all’11,1% del nostro campione di imprese intervistate, dichiari vi sia una maggiore contrazione oltre il 30% della crescita.
Rispetto ai dati dell’occupazione, il 45,6% delle aziende dichiara una crescita, il 38,9% rimane stabile, mentre per il 15,6% degli intervistati è in diminuzione.
A tal proposito si confermano le crescenti preoccupazioni registrate dal 40% degli imprenditori intervistati, relative alle difficoltà nel reperimento della manodopera, che riguardano sia le figure professionali specializzate ma anche gli operai generici.
Investimenti in crescita, dall’analisi emerge che l’89,3% delle imprese ha realizzato investimenti, con un incremento significativo del +17,4% rispetto al 2022.
Tra i principali fattori critici rilevati, le difficoltà di approvvigionamento sono una delle maggiori preoccupazioni per le imprese di trasformazione e manifatturiere. Il 35% delle aziende segnala sia una scarsità di materiali sia un aumento dei prezzi sul mercato. Un ulteriore 24% attribuisce le difficoltà esclusivamente all’aumento dei prezzi. Per il 29% delle aziende, l’attività non è influenzata dalla disponibilità di materiali, mentre il 12% non riscontra alcun problema.
PREVISIONI E PROSPETTIVE
Le previsioni relative al 2024 sono nel complesso orientate alla cautela. Il 35,3% delle aziende intervistate, prevede una stabilità dei ricavi, rispetto ai livelli dello scorso anno. Il 35,3% del campione ha espresso aspettative di crescita del fatturato; il 29,4% si attende una riduzione. Sostanzialmente il campione si divide in tre ambiti di opinioni quasi equivalenti tra previsioni di leggera crescita, di stabilità e di contrazione.
Le aspettative sull’occupazione sono moderatamente positive, poiché il 38,9% delle aziende dichiara che l’occupazione rimarrà stabile ed un ulteriore 38,9% si attende un leggero aumento.
Rimane elevata la propensione agli investimenti delle aziende: il 47,1% dichiara di averne già programmati e il 23,5% esprime l’intenzione di farne ma a condizione di un andamento stabile o positivo delle attività dell’impresa. L’11,8% pur non avendo progetti in corso, potrebbe valutare la possibilità di realizzare investimenti qualora si presentassero opportunità importanti. Il restante 17,6% dichiara di non prevedere investimenti nel 2024.

Dichiarazione del Presidente di Federlazio sede di Frosinone, Nino Polito
«Le PMI del frusinate nel 2023 crescono in linea con il dato nazionale, grazie alla capacità del sistema delle imprese di far fronte ai fattori critici. Nonostante questi risultati positivi, per il 2024 gli imprenditori hanno una propensione alla cautela, sono più prudenti e pongono il focus sulle difficoltà che impattano maggiormente.
Il calo delle esportazioni è indubbiamente collegato al rallentamento delle principali economie, ma in provincia certamente il contesto generale continua ad essere influenzato da significativi fattori di crisi e incertezza del settore dell’automotive, e dal rallentamento del settore farmaceutico. Tutto ciò, aggravato dalla situazione in Ucraina, nel Medio Oriente e nel Mar Rosso.
Il dato occupazionale pressoché stabile, dimostra la solidità del tessuto imprenditoriale, mentre la mancanza di profili specializzati, ma anche generici, continua ad essere un tema persistente e un fenomeno in forte aumento, che preoccupa quasi la metà delle aziende intervistate.
È urgente sviluppare una nuova politica industriale che rilanci le attività manifatturiere, le quali, dopo il rapido recupero del PIL post-pandemia, hanno subito un significativo rallentamento e attualmente sono in calo. La ripresa della crescita del PIL nel settore è cruciale per rafforzare la nostra economia».

Dichiarazione del Commissario del Consorzio Industriale del Lazio prof. Raffaele Trequattrini.
“L’indagine fornita da Federlazio ci permettere di avere un focus importante sulla situazione economica della provincia di Frosinone – ha affermato il Commissario del Consorzio Industriale del Lazio prof. Raffaele Trequattrini – Dati che ci hanno fornito una fotografia chiara della situazione che si trovano a vivere le piccole e medie imprese insediate nel territorio provinciale che chiedono e necessitano del massimo supporto. Il Consorzio è costantemente al lavoro per aiutare tutte le realtà aziendali attraverso le proprie attività e la massima disponibilità della struttura. Siamo al lavoro su importanti interventi infrastrutturali sulle nostre aree industriali come ci è stato fortemente richiesto da tanti imprenditori. Da quando mi sono insediato ho concentrato la mia attività su due punti fondamentali: garantire la presenza e l’ascolto a tutte le realtà industriali presenti nei diversi territori del Consorzio e rendere l’Ente sempre più smart, un asset che troverà grande spazio nel nuovo Statuto su cui stiamo lavorando insieme alla Regione Lazio».