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Frosinone, Biodigestore: i medici per l’ambiente presentano una diffida

“L’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente e il Comitato Selva dei Muli Frosinone, in previsione dell’ultima parte della terza Conferenza dei Servizi per la Valutazione d’Impatto Ambientale, hanno formalmente diffidato, ad personam, i dirigenti della Regione Lazio, responsabili dell’iter autorizzativo per il biodigestore di Frosinone, ad adempiere ai corretti principi della pubblica amministrazione e ad archiviare il procedimento di autorizzazione, in ossequio all’art. 28 che vede i funzionari e i dipendenti della P.A. (Pubblica Amministrazione)  direttamente responsabili  secondo le leggi penali, civili ed amministrative degli atti compiuti  in violazione dei diritti. La diffida è l’ultimo atto della strenua difesa del diritto alla salute, del territorio e del patrimonio immobiliare iniziata  nel lontano 2019.  Ai  Responsabili Regionali sono stati chiesti i motivi che hanno condotto ad una simile gestione della Conferenza dei Servizi, nella considerazione del  rischio patogenetico e della mortalità per i cittadini residenti in Frosinone, qualora l’impianto decisorio risultasse a favore dell’autorizzazione per il biodigestore. Ad oggi non è ancora chiara la motivazione che ha condotto i Responsabili Regionali a procrastinare sine die un procedimento che andava, secondo gli autori della diffida, archiviato e bocciato fin da subito, atteso le macroscopiche carenze da più parti segnalate ed i danni che lo stesso biodigestore potrebbe cagionare ad una popolazione già provata da una condizione ambientale  ad alta pressione  inquinante. L’abnorme ed illogica durata del procedimento ha avuto come scopo il soccorso alla Società proponente perché  provasse ad integrare una documentazione, che avrebbe dovuto essere completa sin dall’avvio del procedimento, che ancora a tutt’oggi, a distanza di cinque anni, non appare completa. Conferenze condotte senza tenere in debita  considerazione le argomentazioni addotte da vari Enti e dalle Associazioni.  Il Comune di Frosinone, che in ogni conferenza ha rilasciato  parere negativo all’autorizzazione, già nel 2020 riportava che il territorio comunale è S.I.N. (Sito di Interesse Nazionale) per criticità ambientale e quindi necessitante di caratterizzazione del terreno. Per le emissioni in atmosfera, sempre il Comune,  evidenziava che le concentrazioni di PM 10 rilevate dall’ARPA, da diversi anni risultavano costantemente oltre i limiti  di legge, nel mentre i Medici segnalavano puntualmente e ripetutamente le negative condizioni di  salute degli abitanti del capoluogo. Così la Provincia, che ripetutamente rilevava carenze e incongruenze, ribadendo pareri negativi.  Parere negativo, anche dall’Area Urbanistica e dalla Sopraintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Numerose prescrizioni nel parere rilasciato da ARPA nel febbraio 2022. Da rilevare , riguardo il carico emissivo  in atmosfera del PM 10  che  nel frattempo, durante lo  spazio temporale irrituale di questi 5 (cinque) anni di valutazioni da parte della Regione Lazio,  Frosinone, rispetto le polveri sottili, nell’anno 2023 è risultato essere il peggior capoluogo d’Italia  e nel 2024, già ad aprile, sempre per  superamento dei  limiti ammessi, è entrato  in  sanzione Europea, rendendo di fatto anacronistico il parere datato di ARPA, risalente al 2022.  Sempre al febbraio 2022 risale  il parere della ASL di Frosinone a favore della realizzazione del biodigestore,  con prescrizioni generiche. Parere  attualmente anch’esso anacronistico alla luce  dei dati preliminari pubblicati nel  giugno 2023  del  Progetto INDACO  del DEP (Dipartimento Epidemiologico della Regione Lazio). INDACO sottolinea un rapporto statisticamente significativo tra mortalità da causa respiratoria e l’SO2 (Anidride Solforosa) riferito proprio alla Valle del Sacco. Dato nel  febbraio 2022  sconosciuto all’estensore del parere ASL, ma perfettamente reso noto  ai Decisori Regionali  puntualmente informati e tempestivamente documentati da comunicazioni in merito l’argomento e le relative conseguenze, protocollate dai Medici per l’Ambiente e da altre Associazioni. INDACO ha pertanto reso  obsoleto e decontestualizzato il parere  della ASL di Frosinone, non più adeguato  in ambito decisorio regionale. L’SO2 indicato da INDACO come inquinante già presente e causa di mortalità nella Valle del Sacco è lo stesso inquinante che  inevitabilmente verrebbe emesso dal  biodigestore, con effetto di addizione alle già pericolose concentrazioni esistenti e descritte. Ad oggi, il  piano di caratterizzazione, assolutamente necessario per procedere alle verifiche preliminari, dopo cinque anni, non risulta redatto .  Non adeguatamente affrontato in sede di Conferenza, l’effetto che il biodigestore potrebbe avere sul valore delle case che da tempo insistono nell’area. E’ di tutta evidenza che l’iniziativa imprenditoriale di un solo soggetto non può pregiudicare il patrimonio immobiliare esistente e consolidato presente in zona, soprattutto se in assenza di  benefici per la collettività. Per tutto sopra  la diffida e l’intimazione ai Responsabili Decisori Regionali trova ragione per  porre in essere  i comportamenti idonei a rispettare tutti i principi di buon andamento, trasparenza ed imparzialità della PP.AA., oltre a garantire soprattutto la assoluta ed incondizionata tutela del diritto alla salute e ad un ambiente salubre per tutti i cittadini e la integrità del patrimonio immobiliare di proprietà dei cittadini stessi che insistono nell’area”. Lo evidenziano Giovambattista Martino – Associazione Medici per l’ Ambiente, e Paolo Mastronardi – Comitato Selva dei Muli.