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Latte di bufala, Coldiretti Lazio: “Tavolo in Regione insoddisfacente”

Il tavolo sul latte di bufala in Regione Lazio “non è risultato soddisfacente. I 4 milioni di euro stanziati, oltre a non essere sufficienti per risanare il settore, non possono essere proposti in de minimis. E’ inaccettabile. Per salvare le aziende e per polverizzare il latte congelato, servono almeno 15 milioni di euro”. Lo dichiara in una nota il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri a seguito dell’incontro alla Regione Lazio con l’assessore all’Agricoltura Giancarlo Righini. “Le nostre istanze – prosegue Granieri – quelle che da mesi ormai avanziamo all’assessore Righini, sono rimaste inascoltate. Avevamo chiesto peraltro che all’incontro fossero presenti anche il Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala e della Grande Distribuzione Organizzata, alla quale dovremmo spiegare, che per la legge sulle pratiche sleal,i è un incauto acquisto comprare al di sotto dei costi di produzione. Questo è un settore che ha bisogno di politiche agricole, quindi non bastano i soldi che sono comunque insufficienti, ma principalmente tempo e dedizione”.

Coldiretti Lazio – prosegue la nota – ha giá annunciato nei mesi scorsi che denuncerá all’Autoritá chi ha disdetto illecitamente i contratti con le aziende, avviando una battaglia legale nei loro confronti per contrastare le pratiche commerciali sleali che affliggono gli operatori. “Oltre ai fondi – aggiunge Granieri – serve programmazione e servono azioni di controllo sulla filiera e nei caseifici, soprattutto per la produzione della mozzarella di bufala Dop. Così deve essere anche sulla genetica delle bufale e devono essere svolte delle verifiche funzionali, affinchè sia garantita e certificata la razza di “bufala mediterranea, come previsto dal disciplinare”. Coldiretti Lazio – prosegue la nota – lo scorso settembre è intervenuta sulla filiera del latte di bufala, lanciando un allarme all’assessorato regionale all’Agricoltura, che l’assessore Righini non ha colto, sia chiedendo un tavolo di crisi, che presentando un esposto alla Repressione frodi in merito alle notevoli giacenze di latte di bufala congelato. Latte che proviene anche da Paesi esteri, così come la cagliata, determinando una alterazione dei prezzi alla stalla con il suo utilizzo illecito. E’ stato chiesto quindi alla Repressione frodi di effettuare una verifica dei sistemi di tracciabilitá e di corretta indicazione di provenienza dei prodotti, che sono destinati alla trasformazione nella filiera certificata. Una qualitá del prodotto, che deve essere garantita anche attraverso il divieto di utilizzo improprio del fusore, che non è permesso dal disciplinare.
“E’ fondamentale – conclude Granieri – che la Repressione Frodi a cui abbiamo presentato un esposto il mese scorso, faccia tutti i controlli necessari al fine di verificare che non venga utilizzato latte congelato per la produzione della mozzarella di bufala Dop. I controlli dovranno adottare tecniche che utilizzino la piastra genomica, che riconoscerebbe l’origine del prodotto utilizzato. E’ importante, inoltre, creare una sottozona della mozzarella di bufala Dop per valorizzare la produzione del latte di bufala nel Lazio”.