L’onorevole Ottaviani a La7: “Finanziaria per famiglie e lavoro”

L’onorevole Nicola Ottaviani (Lega), segretario della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, è stato ospite della trasmissione “Coffèe Break” in onda su La7. Nel dibattito in studio si è parlato di vari temi economici, sociali e di attualità. 

Sulla vicenda Pozzolo, che in questi giorni ha riempito le pagine dei giornali, Ottaviani ha detto che “la questione di fondo riguarda una vicenda di opportunità e attiene a un profilo di responsabilità personali e di politico non c’è nulla. Su questa vicenda indaga la magistratura ed è giusto avere massimo rispetto per il lavoro che si sta facendo. Sullo sfondo rimane, tuttavia, una questione generale di corretto approccio culturale e di comportamenti. Bisogna cominciare a riattivare un circuito virtuoso che riparta dalla scuola e su questo il Governo è da tempo impegnato”.

Sull’inchiesta Anas e sul tentativo delle opposizioni politiche  e parlamentari di tirare in ballo Salvini, l’onorevole Ottaviani ha sostenuto che “mi sembra che ci sia una strumentalizzazione di fatti e vicende in cui Salvini non è assolutamente coinvolto e credo che lo si stia tirando per la giacchetta soltanto per creare un caso sulla sua persona che è inesistente. Un tentativo francamente maldestro e irrispettoso della realtà dei fatti. Le vicende su cui si indaga, tra l’altro, sono riferibili a un’epoca in cui Salvini non era ministro. Quindi, mi sembra che la strumentalizzazione sia evidente e indecorosa”.

Il sistema pensionistico e il lavoro hanno monopolizzato buona parte del dibattito in studio. “La Lega e il Governo – ha ribadito Ottaviani – stanno portando avanti un programma di legislatura coerente con il quadro economico generale. I fatti ci dicono che nella legge finanziaria ci sono 10 miliardi per il taglio del cuneo fiscale per aiutare i ceti che oggi faticano di più e per potenziare il potere d’acquisto dei salari. In più, ci sono 5 miliardi per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. La legge Fornero ha cancellato dalla sera alla mattina una serie di diritti quesiti per i pensionati e per i pensionabili; oggi il Governo sta riparando a quei disastri, ma il percorso non potrà che essere progressivo, perché c’è da fare sempre i conti con il quadro macroeconomico e con quello dei conti pubblici del Paese. I numeri dell’occupazione sono molto confortanti: c’è un saldo positivo di 558.000 unità di cui 550.000 a tipo indeterminato. Ciò significa che il sistema economico crede nell’Italia. I salari sono cresciuti in media del 3,8 % nell’ultimo anno, ma, con una una spirale inflattiva che ha toccato il 5,7% per le politiche discutibili della Bce che ha aumentato a dismisura i tassi di interesse, il risultato è stato quello di produrre un salario reale medio con una riduzione dell’1,9%, erodendo la ricchezza degli italiani. L’abbassamento  tendenziale dell’indice dell’inflazione, previsto a breve, sotto questo punto di vista, contribuirà non poco a consolidare il potere di acquisto dei nuovi salari”.

La questione balneari è un altro tema di stringente attualità dopo i richiami del capo dello Stato: “Noi come Lega e come Governo  – ha specificato l’onorevole Ottaviani – portiamo avanti il principio della corretta interpretazione delle norme comunitarie in ordine alla tutela concorrenziale delle situazioni in cui abbiamo a che fare con le “scarse risorse”, per evitare l’instaurazione di monopoli o oligopoli. Viceversa, la verifica degli ultimi mesi ha accertato che oltre il 67% delle coste e del demanio marittimo non sono oggetto di concessione, ragion per cui i dati presi in esame dalla Commissione europea non erano corretti, per definire “scarsa risorsa” il comparto da inviare a gara. Non è possibile chiedere l’applicazione tout court di una direttiva o di un regolamento senza parametrarlo sulla realtà concreta. La necessità di garantire la libera concorrenza non può non tenere conto delle legittime aspettative di lavoratori e imprese che da anni sono impegnate in questo settore. Ogni Paese ha una sua specificità e l’Europa non può pretendere l’applicazione integralista delle norme. C’è bisogno di un confronto, ed è quello che il Governo sta facendo, per giungere al giusto equilibrio che contemperi tutte le esigenze”.