Inchiesta ‘Full Cashback, il Riesame revoca le misure cautelari anche al notaio Labate, difeso dagli avvocati Salera e Marandola

A seguito dei ricorsi presentati dei legali difensori degli arrestati nell’inchiesta ‘Full Cashback’, il Tribunale del Riesame ha disposto in questi giorni una serie di revoche per quanto riguarda le misure cautelari disposte a seguito dell’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone, che aveva ipotizzato l’esistenza di sodalizi che alteravano il mercato delle aste giudiziarie immobiliari grazie ai fidi concessi in maniera facile dalla Banca Popolare del Frusinate e creavano fatture di comodo con cui generare falsi crediti fiscali e accedere ai bonus edilizi. Un’operazione portata a termine nelle scorse settimane con un blitz da parte di Polizia e Guardia di Finanza, che aveva avuto un grande risalto mediatico, portando a 7 misure di custodia cautelare e oltre 10 milioni di euro di sequestri. Un’inchiesta che ha coinvolto nomi eccellenti, tra cui l’amministratore delegato e direttore generale della BPF e due funzionari dello stesso istituto di credito, oltre a imprenditori, professionisti e persino due notai, padre e figlio.

Ecco, proprio uno di questi notai, Roberto Labate, è l’ultimo (in ordine temporale) al quale il Tribunale della Libertà ha deciso di revocare la misura cautelare applicata. La decisione è arrivata dopo il ricorso presentato dai suoi avvocati difensori, Sandro Salera e Paolo Marandola, che in maniera dettagliata hanno spiegato le ragioni per le quali il provvedimento doveva essere annullato. Secondo le accezioni presentate (e poi accolte) dalla difesa, il professionista non aveva fatto altro che rogitare provvedimenti notarili di fatto regolari. Così, grazie all’esperienza e alla preparazione dei due legali, dopo un’accurata discussione il Riesame ha deciso per la revoca.

Stessa cosa per il notaio Federico Labate, che nei giorni scorsi si è visto rimettere la misura cautelare, tramutata in divieto di dimora nella provincia di Frosinone.

Anche Rinaldo Scaccia, ex Dg della Popolare del Frusinate (perché nel frattempo ha deciso di presentare le dimissioni) è tornato in libertà. Per lui è stata disposta le revoca degli arresti domiciliari su richiesta dell’avvocato Pierpaolo Dell’Anno

Il Riesame ha parzialmente accolto anche il ricorso presentato dagli unici due indagati finiti dietro le sbarre: gli imprenditori Angelo De Santis e Marino Bartoli. Entrambi difesi dall’avvocato Angelo Testa, avevano già respinto gli addebiti durante l’interrogatorio di garanzia.