Forza Italia col cervello nel Lazio rialza la testa
Forza Italia a guida laziale marcia con buon ritmo. Il cambiamento è sostanziale. La segreteria nazionale nelle mani di Antonio Tajani non solo ha determinato una vitalità nel partito che, dopo la scomparsa di Berlusconi, in tanti avevano dato per impossibile ma vede i sondaggi conferire risultati sempre migliori dopo diversi anni di curva al ribasso, tanto da segnare negli ultimi il sorpasso della Lega Salvini con gli Azzurri dati al 9,4% contro l’8,2 del Carroccio. Non solo: nessuno potrà considerare ora Forza Italia come il “partito di plastica”, un prodotto artificiale del Cavaliere. Sebbene Forza Italia si definisca ancora movimento e non partito politico la sua trasformazione è evidentemente in corso. Fatalmente la creazione di Silvio Berlusconi è diventata, nella versione postuma, un partito normale. Ora si svolgono i congressi, la classe dirigente sarà via via sempre meno cooptata, inizieranno a contare sempre più le correnti e le candidature non saranno decise da un solo uomo al comando. Insomma, Forza Italia a guida Tajani sembra sempre meno soggetta al “berluconismo” poiché è davvero difficile individuare nel politico originario di Ferentino (e residente a Fiuggi) i lineamenti leaderistici ai quali ci siamo abituati negli ultimi tre decenni. Sebbene sia stato sempre il fedelissimo di Berlusconi, Antonio Tajani si è sempre differenziato sostanzialmente da lui, per carattere, stile di vita e approccio alla politica. Tajani non è un “seguace” di Berlusconi e ha un cursus honorum molto prestigioso, è uno dei politici italiani più importanti da decenni: solo per restare ai dati recenti è stato Presidente del Parlamento Europeo, è il vice segretario del Partito Popolare Europeo oltre ad essere il ministro degli Esteri e il segretario nazionale del secondo partito della coalizione di governo.
Insisterei anche sulla trasformazione anche “regionalità”. Si tratta di un movimento diffusissimo in tutta la nazione e, per tanti anni, il più diffuso. Però, indubbiamente, sin dalla nascita, si è trattato di un organismo politico dal cuore e dal cervello lombardo. Ora le cose sono sostanzialmente diverse: è centrato davvero nella Capitale, per tanti motivi e non solo per la segreteria Tajani. Tanti degli uomini rappresentativi di Forza Italia sono di estrazione più suddista e, nel Lazio, vedi per esempio l’ultima nomina per il potente senatore Claudio Fazzone a coordinatore dei coordinatori regionali del partito, comincia ad accentrarsi un gruppo molto potente.
Infine, per attenersi all’attualità più attuale, la sconfitta del centrodestra in Sardegna è più leggera per Forza Italia. La lista ha preso il 6,3% e, tutto sommato, ha contenuto le perdite rispetto alle precedenti del 2019 (circa 2 punti) e il dato tendenziale nazionale degli ultimi sondaggi (circa 3 punti). Non così per gli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia.