Partito Democratico – Azzerata la segreteria del circolo di Frosinone
Nuova ondata di dimissioni nel Partito Democratico. Dopo quelle dei membri della Commissione Tesseramento, quelle del presidente della medesima Commissione, del Capogruppo al Comune di Frosinone arrivano quelle di quattro membri della segreteria del partito di Frosinone e, a stretto giro, quelle della vice segretaria De Angelis e del presidente Sacchetti.
Ognuna di queste pesanti situazioni ha delle motivazioni affatto oziose, anzi, alquanto serie e sintomatiche di una situazione generale di disgregazione che trova l’acme nella lotta sanguinosa alla quale si assiste da mesi e che si annoda sempre più in quella che sarebbe dovuta essere una fase congressuale di rilancio.
Sembra invalsa tra i Dem della provincia di Frosinone la moda del “prima mi dimetto e poi discutiamo”. Senza considerare che i confronti postumi alla frattura, bene che vada, finiscono a torte in faccia.
La nota odierna del segretario del Circolo di Frosinone, Marco Tallini, è disarmante. Egli parte dal rammarico per le dimissioni da capogruppo consiliare di Angelo Pizzutelli per annodarsi in una generica critica al governo di centrodestra della città, passa a volo d’angelo sulle dimissioni della vice segretaria e del presidente definendole incomprensibili, conclude che a questo punto la segreteria del pattito va azzerata e che convocherà un vertice, alla presenza anche dei consiglieri comunali, convinto che il dimissionario capogruppo Pizzutelli tornerà sui suoi passi e riprenderà il suo posto, come se si trattasse di un impiegato o un collaboratore che ha scapocciato e che, con un gesto magnanimo del direttore, possa tornare al suo posto di lavoro..
Le dimissioni di Pizzutelli, clamorose e taglienti nella loro spiegazione finirebbero nel ridicolo se bastasse la riconvocazione di una segreteria suicida e la chiacchierata con un segretario di circolo per farle rientrare.
Quanto al giovane Tallini sorprende come la sua nota non verta prioritariamente sulla moria della sua segreteria, guarda caso in un momento delicatissimo della vita politica del partito, quando il buon senso suggerirebbe tutt’altro che un interminabile sciame sismico.
Dietro le dimissioni dei membri della segreteria c’è dunque un’evidente strategia e, la prima cosa che viene in mente, è che il bersaglio sia proprio il segretario, cioè la sua carica. La conseguenza di tutta questa faccenda non può che essere una: a carte quarant’otto pure il circolo di Frosinone e la causa primigenia, con ogni probabilità, sono le palpitazioni per la sanguinosa guerra congressuale.